I prossimi mesi saremo a cavallo tra inverno ed estate, senza sapere se possiamo goderci una giornata all’aperto o se è il caso di rimanere in casa. Nel dubbio, perché non goderci una giornata in una delle tante mostre che possiamo trovare nelle principali città italiane? Ecco 5 mostre da non perdere a Roma nei prossimi mesi.

Munch – Il grido interiore (fino al 2 giugno 2025)

Da febbraio a giugno 2025, presso Palazzo Bonaparte, a Roma, si terrà un’importantissima monografia dedicata a Edvard Munch.

5 mostre da non perdere a Roma
Munch

Alla mostra potremo ammirare 100 opere provenienti dal Munch Museum di Oslo, tra cui una versione litografica de L’Urlo, la Morte di Marat, la Notte stellata, le Ragazze sul Ponte, Malinconia, la Danza sulla spiaggia.

Si tratta di una delle più grandi mostre mai realizzate sull’artista ed è stata realizzata in occasione dell’80esimo anniversario della sua morte e a più di 20 anni dall’ultima mostra su Much a Roma.

La cura della mostra è affidata a Patricia Gray Berman, una delle più grandi studiose dell’artista al mondo, e racconterà tutto l’universo di Munch, il suo percorso umano e la sua produzione.

Mostre da non perdere a Roma: Flowers (fino al 14 settembre 2025)

Nel bellissimo contesto del Chiostro del Bramante si svolgerà dal 14 febbraio al 14 settembre 2025 la mostra Flowers: dal rinascimento all’intelligenza artificiale.

5 mostre da non perdere a Roma
Flowers

La mostra è un percorso durante il quale si esprime il potere evocativo dei fiori, capaci di unire arte, scienza e tecnologia, attraverso i secoli.

“I fiori sono molto più di semplici elementi decorativi. Sono simboli universali che rappresentano ogni aspetto della vita: dalla resistenza alla spiritualità, dall’amore al conflitto, dalla scienza all’ecologia”.

La mostra, curata da Franziska Stohr con Roger Diederen, in collaborazione con Suzanne Landau, presenta opere che vanno dal sedicesimo al ventunesimo secolo (dipinti, sculture, manoscritti, arazzi, fotografie, installazioni site specific, opere di realtà aumentata e intelligenza artificiale).

Joyn! Un viaggio nel mondo della Nutella (fino al 20 aprile 2025)

Al MAXXI troviamo, fino al 20 aprile 2025, Joyn! Un viaggio nel mondo della Nutella, una mostra in occasione del 60esimo anniversario del brand.

5 mostre da non perdere a Roma
Joyn!

La mostra ripercorre la storia della Nutella, evidenziando i punti più salienti che hanno reso il brand quello che è oggi.

“L’evento espositivo Joyn celebra i 60 anni di Nutella. I fan sono al centro di questo progetto, a cui è stato dedicato un grande wallpaper dell’artista Francesca Gastone, in cui i fan di tutte le epoche sono mescolati insieme e popolano la grande piazza al centro dello spazio espositivo”.

Mostre da non perdere a Roma: Tony Cragg (fino al 4 maggio 2025)

Alle Terme di Diocleaziano prende vita la mostra dedicata a Tony Cragg, Infinte forme bellissime, del Museo Nazionale Romano, a cura di Sergio Risaliti e Stephane Verger.

5 mostre da non perdere a Roma
Tony Cragg

L’artista è tra i più celebri esponenti della scultura contemporanea. Dagli anni sessanta ad oggi ha sperimentato con forme sorprendenti accanto a materiali e tecniche unici e inediti.

Le sculture esposte sono di medie e grandi dimensioni e ricordano il mondo minerale e vegetale, le onde del mare, le strutture geometriche di una pianta o una conchiglia. I materiali utilizzati sono i più svariati: bronzo, legno, travertino, fibra di vetro e acciaio.

Alighiero e Boetti (fino al 15 marzo 2025)

Infine, all’Accademia Nazionale di San Luca, prende vita una mostra dedicata ad Alighiero Boetti: Alighiero e Boetti: Raddoppiare dimezzando, a cura di Marco Tirelli.

5 mostre da non perdere a Roma
Alighiero Boetti

Il tema della mostra sono il doppio e la proliferazione dall’uno al molteplice. Per l’occasione sono state raccolte alcune sue opere su questi temi.

Un artista come Alighiero ha fondato una nuova e inaudita idea del classico, in cui il rigore, la norma, i modelli e le regole fossero instabili, auto generanti e proliferanti, sia pure nella loro fissità di oggetti immobili.

Nessuna opera di Alighiero si esaurisce in sé stessa, nel suo corpo fisico o nella data in cui è stata realizzata, ma apre sempre a nuovo senso, ad altro da sé. Le sue opere sono proteiformi, si trasformano sotto il nostro sguardo. Inquietano e rassicurano allo stesso tempo” – Marco Tirelli.


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