Quando sentiamo parlare di logo la prima immagine che ci viene in mente è, appunto, visiva. Tuttavia, esso può assumere diverse sfaccettature, tutte incentrate a sviluppare una brand identity forte e decisa. Una di queste sfaccettature è il sound branding, anche detto logo sonoro. Scopriamo insieme di cosa si tratta e perché dovremmo pensare di utilizzarlo.
Logo: parola, comunicazione
A primo impatto potremmo pensare sia improprio utilizzare il termine logo per un concetto non visivo, ma sonoro. Tuttavia, non è affatto così.
Analizzando l’etimologia della parola logo, infatti, scopriremo che essa vuol dire parola, discorso, articolazione della parola.
Nel marketing il logo viene utilizzato per comunicare, e possiamo comunicare in molti modi diversi. Per un’azienda comunicare è il primo step per mostrare la propria identità. È vero che l’occhio vuole la sua parte e quasi sempre la prima impressione è quella visiva, ma anche vero che il senso dell’udito è altrettanto importante, soprattutto se parliamo di comunicazione e di prima impressione.
Marketing multisensoriale
Passiamo, quindi, da un approccio solamente visivo a uno che include anche lo spettro uditivo. In questo modo entriamo in un più ampio settore del marketing, chiamato marketing multisensoriale, che include, quindi, diversi sensi.
L’obiettivo è quello di rendere l’esperienza comunicativa il più immersiva possibile.
Il logo sonoro
Il logo sonoro è un motivetto, una canzoncina, un ritmo, che ricorda e rappresenta l’azienda. Il motivo rimane impresso nella mente dei consumatori tanto, e più, del logo visivo.
L’azienda arriva al consumatore attraverso stimoli uditivi, il che può trovare numerosi vantaggi pratici. Se passa uno spot in televisione, ad esempio, lo riconosceremo anche se in quel momento siamo girati con le spalle rivolte al dispositivo.
Come ogni strategia di marketing identity, il logo sonoro vuole comunicare la brand identity, veicolare il messaggio dell’azienda, raggiungere il proprio target di riferimento.
Tipologie di logo sonoro
Il suono diventa una parte integrante dell’identità del brand, come il timbro della voce lo è per una persona.
Per parlare di logo sonoro dobbiamo specificare che deve essere un elemento sonoro creato appositamente per rappresentare il brand.
Esso può presentarsi in diverse forme. Può essere un jingle, utilizzato nelle pubblicità tv o radio, delle sigle o anche delle playlist su Spotify.
L’importanza del logo sonoro
Il logo sonoro è l’equivalente uditivo del logo fisico ed è altrettanto importante per creare un’identità completa del brand, esplorando vari settori del marketing multisensoriale.
Esso permette all’azienda di crearsi un’identità forte, competitiva e distintiva per distinguersi inequivocabilmente dai competitor.
Gli stimoli uditivi aiutano a creare una connessione ancora più forte e intensa con i consumatori, arrivando a stimolare sensazioni e ricordi che le immagini non riescono a rievocare.
Esempi
Esistono moltissimi esempi famosi di logo sonoro, alcuni dei quali sono inequivocabili e riportano alla mente ricordi e sensazioni.
Tra i più famosi non possiamo non citare il logo sonoro della Playstation, un piccolo jingle che accompagnava l’accensione della console e che ha segnato un’intera generazione di videogiocatori.
Il sound di Intel accompagna gli utilizzatori del personal computer da quasi trent’anni. E che dire del ruggito più famoso del mondo? Quello registrato dalla Metro Goldwyn Mayer negli anni ’90 e rivisitato nel 2008.
Da tre decenni accompagna tutte le produzioni cinematografiche del brand.
McDonald’s, invece, ha lanciato la sua campagna uditiva all’inizio degli anni 2000. Ben presto il jingle di “I’m Lovin It” è stato adottato dalla multinazionale a livello globale e oggi non c’è persona che non lo conosca.
Tra gli esempi più recenti, tra i più inconfondibili, troviamo sicuramente il logo sonoro di Netflix. Il jingle che accompagna l’apertura dell’applicazione, con la N (del logo visivo) in dissolvenza.