Il 2023 ha aperto il vaso di Pandora. È ormai evidente che l’Intelligenza Artificiale sia qui per restare. Non possiamo più ignorarla o negarne l’effettiva utilità. Nasce quindi la domanda che ogni creatore di contenuti per il web si pone: IA vs Copywriter è guerra per la sopravvivenza? La figura del copywriter, tanto ricercata fino ad ora, è fortemente minacciata.
Chiunque può aprire ChatGPT e chiedere un testo di 200 parole riguardo un argomento, anche molto specifico. I costi e i tempi sono infinitamente minori e i risultati sembrano ugualmente buoni… se non migliori. E quindi? L’IA rimpiazzerà i copywriter? La risposta è più complessa di quanto sembri e non ha una soluzione certa.
IA vs Copywriter: è davvero una lotta?
Allo stato attuale, moltissimi stanno considerando l’Intelligenza Artificiale una minaccia, ma è questa la sconfitta più grande. Dovremmo piuttosto imparare a conviverci e a capire come sfruttarne le potenzialità. I copywriter in particolare dovrebbero abbracciare l’IA come un’opportunità per migliorare il proprio lavoro ed aumentare la loro efficienza.
Quest’atteggiamento potrebbe essere la chiave di volta nella lotta IA vs Copywriter. Le tecnologie basate sull’IA possono davvero aiutare i copywriter a generare contenuti di alta qualità in tempi molto più rapidi. Grazie ai nuovi strumenti, la persona può liberarsi delle attività più ripetitive e concentrarsi sulla sua visione del testo e sul suo pubblico di destinazione. In questa maniera la figura del copywriter non solo non verrà meno, ma potrebbe diventare ancora più preziosa e strategica.
IA vs copywriter: la creatività è la chiave?
Quando si tratta questo argomento, il punto cardine che viene spesso definito come l’elemento cruciale nella lotta IA vs Copywriter è la creatività. In realtà dipende molto da cosa si intende per creatività. Anche un’IA è in grado di trovare soluzioni e di generare testi unici. Considerando che più la si usa, più impara, il limite del talento creativo è molto labile.
Certo, un’Intelligenza Artificiale lavora su comando: non avrà mai l’idea di creare qualcosa di nuovo. Tuttavia, quanti copywriter creano davvero qualcosa di nuovo? E questo vale, in realtà, per tutti i campi. Le innovazioni, quelle che si possono definire tali, si possono contare sulle dita di una mano. Per quelle, però, il dilemma nemmeno si pone. È della maggioranza che parliamo: e la creatività della maggioranza non si discosta da quanto può fare una IA creando testi originali.
Quindi l’IA può rimpiazzare i copywriter?
Non c’è dubbio: l’intelligenza artificiale ha la capacità di automatizzare la maggior parte delle attività del copywriter. Dalla scelta degli argomenti alla pianificazione, dall’adattamento dello stile in base al contesto all’ottimizzazione. E la verità è anche che il lavoro tecnico di un’IA è molto più veloce e preciso rispetto a quello di un copywriter medio.
Ma c’è un ma. Perché il copywriting richiede anche delle caratteristiche che un’IA non possiede (non ancora, almeno). Innanzitutto la profonda comprensione del pubblico di destinazione. Attualmente, solo un essere umano è in grado di empatizzare con il proprio target e trovare il modo giusto per soddisfare le sue richieste. Inoltre, le relazioni tra copywriter e cliente non possono essere del tutto rimpiazzate da un chat bot ma richiedono l’esperienza umana. Le necessità e i feedback di un essere umano non vengono sempre lette correttamente da un’IA, anche se ben addestrata.
Questo quindi significa che l’IA non rimpiazzerà il copywriter, anzi. La soluzione però non è la sostituzione, ma la collaborazione. I copywriter dovranno imparare a lavorare insieme all’IA per sfruttarne appieno le capacità tecniche e raggiungere risultati sorprendenti. Le intelligenze artificiali sono come un’onda oceanica che si sta per abbattere sulle spiagge della creazione di contenuti per il web. Come copywriter sono due le opzioni: cavalcarla e arrivare in alto, oppure venir colto impreparati ed essere sommerso da essa.