Il verde che ci ricorda la natura, le piante, gli alberi, l’erba di un prato dove correre spensierati, ma anche il colore del via libera, del permesso e del giusto. Il rosso come fuoco e passione, sentimento e paura, che ci blocca e ci indica che non è possibile andare oltre. Come hanno fatto i colori ad assumere i significati che hanno oggi? Chi ha deciso che l’azzurro è per i maschietti e il rosa per le femminucce? Perché il nero è terrore e il bianco è purezza? Ecco un piccolo viaggio attraverso la storia dei colori.
“Il principale compito del colore è di classificare, associare, di creare codici e sistemi di segni” – Michel PastoUreau, massimo esperto mondiale di storia dei colori.
La storia dei colori nella storia
“Non è possibile comprendere i colori del tempo presente se non in relazione a quelli delle epoche passate” – Michel PastoUreau.
Il significato che oggi attribuiamo a ogni singolo colore non è sempre stato lo stesso. Nel tempo è mutato, a seconda della cultura, delle credenze, della religione anche. I colori hanno seguito il loro corso ed è davvero interessante capire come questi abbiano influenzato le diverse epoche e le diverse popolazioni.
È interessante, ad esempio, sapere che il salmone è l’unico nome di animale utilizzato per identificare un colore. O che in epoca romana e nel medioevo il blu era un colore da cui stare alla larga, non veniva utilizzato nemmeno per rappresentare il cielo, il quale, invece, si tingeva di oro e giallo nei dipinti.
Che gli abiti da sposa non sono sempre stati bianchi e che in alcune culture, al contrario, il bianco è il colore del lutto.
Il colore preferito e quello più odiato
Si stima che il blu è il colore preferito da ben il 55% degli italiani, ma come accennato prima non è stato sempre così. I romani dispregiavano il colore blu perché era il colore delle vesti dei barbari. Nessuno si vestiva di blu all’epoca ed esso non veniva utilizzato nemmeno nei dipinti. Il trend negativo del blu proseguì a lungo, fino all’Alto Medioevo. Tuttavia alla fine la ragione principale non erano più i barbari, quanto, piuttosto, l’alto costo del colore stesso.
Al contrario il rosso fu il colore preferito da molte popolazioni in tutto il mondo, per molto tempo. Il rosso e tutte le sue sfumature è in assoluto il colore più antico del mondo. Esso veniva utilizzato, infatti, per i dipinti rupestri sin dagli albori della civiltà umana. I fenici e i cretesi poi ne fecero il loro marchio, commercializzando il famoso e celebre rosso porpora.
Ma torniamo ai giorni nostri, perché se il blu è il colore più amato quale è il più odiato? In tutta la società occidentale sembrerebbe che l’arancione sia il fanalino di coda dei colori.
La storia dei colori femminili e maschili
Tra tutti i colori il blu, o meglio l’azzurro, e il rosa sono quelli che più segnano una linea netta nella società odierna: maschi e femmine. Ma non è stato sempre così, ovviamente.
In tutte le popolazioni europee un tempo il blu era un colore femminile e non maschile. Esso, infatti, era associato al mantello della Vergine. Il rosso, invece, era il colore maschile per eccellenza. Esso, infatti, era associato alla guerra e ai guerrieri.
Attorno al diciottesimo secolo si inizia a registrare un’inversione di tendenza, il rosso diventa lentamente un colore femminile, mentre il blu un colore maschile. Tuttavia fu un processo lungo ed è difficile determinarne le motivazioni.
All’epoca il blu divenne il colore del momento, una “moda”, e siccome la società occidentale era prettamente patriarcale, gli uomini dell’alta società iniziarono ad abbandonare il rosso prediligendo il blu. Questa potrebbe essere una delle motivazioni che hanno dato vita al cambiamento.
Tuttavia dovremmo attendere almeno fino all’inizio del ventesimo secolo, in tempi decisamente più recenti, per iniziare a vedere neonate vestite di rosa e neonati vestiti di azzurro.
Il bianco
Pensiamo, infine, che il bianco e il nero abbiano una distinzione altrettanto netta quanto il rosa e il blu, ma non è così. O per lo meno questo può essere vero se prendiamo in considerazione solamente la nostra cultura, ma, tutt’oggi, nel mondo intero, non vi è questa netta distinzione ancora.
Nella nostra cultura il bianco è il colore della purezza, associato agli angeli e alle divinità, da secoli ormai. In oriente, al contrario, il bianco è associato al vuoto e all’assenza e per questa ragione è il colore del lutto.