Una delle strategie di marketing migliori e più gettonate è l’email marketing. Eppure c’è un rischio sempre in agguato ed è finire nello spam! Scopriamo insieme per quale motivo le nostre email finiscono nello spam e cosa possiamo fare per evitarlo.

Perché le email finiscono nello spam?

Quante volte ci sarà capitato di sbagliare una campagna di email marketing rendendoci conto che la nostra posta sta finendo nella cartella dello spam dei clienti. Ma perché succede ciò? I motivi sono principalmente due:

  • Il destinatario non è interessato all’email che abbiamo inviato: questo è uno dei motivi principali. Ciò succede se stiamo utilizzando un database e non una lista presa da utenti che si sono volontariamente iscritti alla nostra newsletter. Oppure può succedere perché la tipologia di email che stiamo inviando non sono quelle che si sarebbe aspettato l’utente.
  • I filtri anti spam bloccano le nostre email: può succedere che il client di posta elettronica rilevi qualcosa di sospetto nelle nostre email mandandole direttamente nella casella di posta indesiderata.

Cos’è la deliverability

Tutto ciò si traduce in deliverability. La deliverability è la capacità dell’email di arrivare direttamente nella casella di posta in arrivo del destinatario, senza essere bloccata dagli utenti o dai filtri anti spam.

Spam
Spam

Esistono diversi metodi per testare la nostra deliverability. Innanzitutto creiamo una lista di contatti di prova, ai quali inviare per primi le email in modo da testarne l’efficienza. Possono far parte di questa lista contatti tutti i colleghi dell’ufficio, ma anche amici o parenti.

Un altro metodo è quello di creare diverse caselle di posta con i vari client principali (Gmail, Yahoo, Libero, ecc), in modo da testare la deliverability di ciascuno di essi.

Attenzione al database

Come dicevamo, uno dei principali problemi è quello che l’utente non è interessato all’email da noi inviata. Per evitare che ciò accade dobbiamo controllare con costanza e attenzione il nostro database di contatti.

Spam
Spam

È possibile acquistare legalmente dei database di email, ma utilizzare questo sistema per le nostre strategie di email marketing può non essere efficiente. È possibile, infatti, che molti di questi utenti non siano realmente interessati a ciò che offriamo.

Creare un database è un processo complesso e importantissimo. Una volta creato, inoltre, non dobbiamo abbandonarlo ma continuare a controllarlo.

Dobbiamo verificare, infatti, il tasso di apertura delle email che inviamo. È possibile che un utente non apra o non riceva le nostre email per un periodo di tempo prolungato. Questo tipo di comportamento verrà rilevato dai provider come spam.

Le leggi anti spam

Ci sono delle vere e proprie leggi che regolano l’email marketing e controllano l’invio di spam. Esse possono essere riassunte in: sono considerati spam:

  • Gli invii senza l’autorizzazione del destinatario.
  • Tutti gli invii senza includere l’indirizzo fisico dell’attività.
  • Gli oggetti ingannevoli.
  • L’impossibilità per gli utenti di disiscriversi alla newsletter.

Altri consigli utili

Ci sono, infine, ancora altri utili consigli che possiamo utilizzare per rendere la nostra campagna di email marketing a prova di spam:

  • La scelta del mittente: le email non dovrebbero essere provider generici, come Gmail o Libero, non dobbiamo apportare spesso modifiche, il nome del mittente deve essere reale.
  • Evitiamo le parole rischiose: queste possono essere gratis, promo, 100%, acquista, miglior prezzo, avviso, conto, budget, perfetto, opportunità, download, debito, ecc.
  • Inviamo sempre una mail di benvenuto: quando un’utente si iscrive alla nostra newsletter la prima cosa da fare è inviare una mail di benvenuto, ciò migliorerà la percezione che l’utente ha di noi e ci eviterà di finire nello spam in futuro.
  • Attenzione alle immagini: queste devono essere intorno ai 50 KB; non devono essere né troppo grandi né troppo piccole; il rapporto dovrebbe essere 30% immagini e 70% testo.

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