Cosa sono le correzioni ottiche? Non stiamo parlando di occhiali o di lenti a contatto, e neanche di lenti fotografiche. Le correzioni ottiche a cui ci riferiamo in quest’articolo sono tutte quelle correzioni grafiche atte a garantire maggiore armonia.

Cosa sono le correzioni ottiche

Avete mai notato come in alcuni font, ma anche in alcuni logo design, alcuni elementi non siano coerenti gli altri? Sembrano avere regole proprie e non rientrano nel metodo geometrico delle altre lettere. A volte si tratta di qualche pixel in più in una lettera che dovrebbe essere alta invece come le altre, a volte si tratta invece dello spessore, altre volte della larghezza. Se non ve ne siete mai accorti provate a fare più attenzione, magari con l’aiuto di una griglia, provate a guardare attentamente lettera per lettera, confrontatene peso, inclinazioni, spessore.

correzioni ottiche
Fa parte delle correzioni ottiche anche lo spazio bianco

Ma a fare la differenza non sono solo le correzioni delle lettere, ma anche quelle degli spazi bianchi. Ovvero di quello che riguarda il kerning (in italiano “crenatura“) dove si studia proprio la correzione dello spazio che si va a creare tra le lettere. Perché in certi casi lo spazio creato secondo le regola base, tra due lettere particolari, risulta troppo, mentre altre volte troppo poco. Che fare allora? Bisogna considerare tutto lo spaio bianco che si crea e cercare di uniformarlo tra tutti gli accostamenti di lettere che si possono venire a creare.

Tutti questi accorgimenti fanno parte delle correzioni ottiche. Perché sono così importanti? Perché, se applicate bene, danno armonia e un allineamento più preciso alla vista. In inglese le correzioni ottiche si chiamano overshooting, e si riferisce a quella parte di lettera che va oltre linee guida: al di sopra o al di sotto, a desta o a sinistra.

Perché funzionano

Il nostro cervello tende a non vedere tutto nei minimi dettagli, tutto ciò che vediamo viene mediato dai recettori del nostro cervello che crea una rappresentazione della realtà in base anche alle nostre esperienze e alle nostre conoscenze. Le illusioni ottiche sono infatti un esempio della Teoria della Gestalt, che tratta proprio di come il nostro occhio rielabora e ricostruisce ciò che gli viene inviato dagli occhi.

Illusioni ottiche
Un esempio di questo meccanismo dell’occhio sono le illusioni ottiche

Partendo da queste conoscenze i designer possono armonizzare gli elementi, per esempio di un font, per far sì che il risultato finale sia tecnicamente non coerente, ma otticamente piacevole. Infatti seguire uno schema geometrico preciso non vuol dire creare qualcosa che sia visivamente accettabile.

Progettare attraverso le griglie è molto importante, ma al tempo stesso non bisogna rimanerne intrappolati perché troppa struttura non è naturale, bisogna quindi saper aggirare le regole per creare un risultato piacevole.

Le correzioni ottiche nel logo design

Stesso discorso per le correzioni ottiche utilizzate per i loghi. Questo perché a volte si sceglie di utilizzare una regola per creare le lettere, o i disegni del logo, ma ci si accorge che seguendo sempre quella regola il logo risulta poco naturale, troppo rigido, talvolta perfino buffo.

correzioni ottiche
In grigio la forma che avrebbe dovuto avere la lettera se avesse seguito la regola del cerchio

Facciamo un esempio che tutti conosciamo, il logo di Google. Di base è stato utilizzato un cerchio per fare tutte le lettere. Ma come potete notare, se si fossero utilizzati tutti cerchi perfetti il logo sarebbe stato più che altro un gruppo di palle. Invece la “g” maiuscola, quella minuscola e la “e” sono state migliorate affinché il risultato finale potesse risultare più piacevole e dinamico.


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