Il foglio bianco è il terrore dei creativi di ogni settore, dallo scrittore che deve incidere nero su bianco la prima parola, al pittore che si appresta a dare la prima pennellata, al grafico che deve immaginare il primo rough. Il foglio bianco è paura e adrenalina, è un blocco creativo ma è anche uno stimolo perché tutto è possibile su quello spazio bianco.
Eppure lo spazio bianco è in realtà molto di più. È ordine e pulizia, è equilibrio e armonia, e non è uno spazio vuoto e inutile, ma ciò che lega tutto il colore e il caos che c’è attorno.
Che cos’è lo spazio bianco
Lo spazio bianco viene anche definito spazio vuoto o, addirittura, negativo. Eppure esso non è né negativo, in quanto è essenziale e un elemento attivo tanto quanto gli altri, né vuoto. Perché il bianco è anch’esso un colore, tanto quanto gli altri riempie il foglio. Ma a differenza di molti altri colori il bianco non è caos ma ordine ed eleganza.
Esattamente come nel mondo c’è l’aria che distanzia gli elementi e crea una relazione tra di essi sul foglio del grafico c’è lo spazio bianco che da equilibrio e rende il tutto armonioso e uniforme.
Ci deve essere sempre un equilibrio tra gli elementi, un accostamento di colori, e perché no il bianco. Il colore simbolo di purezza, lo spettro alla base di tutti i colori, che meglio impersona l’equilibrio che ci occorre.
In realtà anche se lo spazio vuoto davvero bianco ha il suo effetto esso non deve essere per forza di colore bianco. Perché il White Space altro non è che lo spazio tra i vari elementi ed esso non deve per forza essere di colore bianco.
A cosa serve lo spazio bianco
A cosa serve quindi lo spazio bianco? Cosa vuol dire che deve creare l’equilibrio tra i vari elementi?
“Lo spazio bianco va considerato come un elemento attivo, non come uno sfondo passivo”
Oltre a creare equilibrio e la giusta armonia lo spazio bianco è un elemento essenziale anche a livello comunicativo. Il compito del graphic designer è appunto quello di comunicare un messaggio, qualsiasi esso sia, e trovare il modo affinché questo arrivi il più chiaro e forte possibile.
Il white space lo aiuta in questo difficile compito. Per esempio, esso può aiutare moltissimo a focalizzare l’attenzione su un determinato elemento dell’immagine.
Il punto focale è quell’elemento principale verso il quale il designer vuole richiamare l’attenzione. Affinché questo accada, però, esso deve essere circondato da un adeguato spazio vuoto che lo enfatizzi.
Un altro compito importante dello spazio vuoto è quello della pausa. Specialmente per quanto riguarda i testi esso concede una boccata di respiro e non appesantisce troppo la pagina.
Micro e Macro spazio
Infine, è importante anche fare una piccola distinzione tra gli spazi bianchi, per non esagerare con il loro utilizzo. I macro spazi sono quelli che hanno il compito di portare risalto all’elemento principale della pagina, il punto focale, appunto. È anche lo spazio tra più di un elemento importante all’interno della grafica. Ma anche il contorno, i margini del lavoro impaginato.
I micro spazi, invece, possiamo principalmente trovarli in lavori di tipo testuali. Sono quegli spazi bianchi tra il titolo e il testo, tra i sottotitoli e il paragrafo o tra i vari paragrafi. Ma anche tra un’immagine e la propria didascalia, tra una parola e l’altra e, addirittura, tra una singola lettera e l’altra.