Il vetro è un materiale delicato ma potentissimo. Con la sua trasparenza, permette di alleggerire strutture complesse, far vagare lo sguardo, creare spazi e sovrapposizioni.

Luce e trasparenza con il vetro

Utilizzando il vetro è possibile prima di tutto giocare con la luce, infatti il vetro riflette, amplia i punti luce presenti in casa o quelli naturali come il Sole. Se si sceglie una struttura sfaccettata si potrà creare dei punti di rifrazione interessanti.

Paradigma di De Bona e De Meo
La libreria Paradigma di De Bona e De Meo

Per quanto riguarda le trasparenze invece ci si può davvero sbizzarrire, si possono sovrapporre più lastre, vetri di colori diversi possono creare dei disegni geometrici, si può mostrare quello che c’è oltre la sua superficie oppure celare lo sguardo se, per esempio, si applica al vetro un pattern o una texture quando lo si fabbrica. Con il vetro è possibile realizzare anche delle intere pareti per delimitare gli spazi senza chiudere lo sguardo.

Eleganza e fragilità

Se aggiungere una lastra di vetro come elemento di design crea subito movimento e stupisce anche in certi casi, bisogna però sempre fare i conti con questo delicato elemento. Per utilizzare il vetro in un mobile o in una struttura o ancora per un opera d’arte è necessario conoscere bene come lo si realizza e lo si lavora.

Bisel in vetro
Un particolare del tavolino Bisel di Patricia Urquiola

Con il vetro si può realizzare praticamente tutto quello si vuole, la sua plasmabilità permette di realizzare davvero molte forme e far volare la fantasia. Però anche in questo caso è necessario conoscere come si lavora il materiale per disegnare un progetto che non abbia punti critici.

Il vetro interpretato dai designer

Per esempio, vista la difficoltà di realizzazione del progetto di Massimo Morozzi, Fiam nel 1982 ha dovuto inventare una macchina particolare in grado di tagliare il vetro sparando acqua e polvere contemporaneamente. La pressione altissima permetteva di realizzare le lastre giuste per il tavolino Hydra del designer Morozzi. Lo stesso laboratorio ha dovuto realizzare un impianto di lavorazione apposito, che arrivasse a mille gradi, solo per creare il tavolino Illusion di Philippe Starck.

illusion
Il tavolo Illusion disegnato da Philippe Starck

Per cui meglio conoscere il materiale e fare uno studio preliminare per la realizzazione del progetto che dover disperatamente trovare una soluzione dopo, a progetto approvato.

Altri invece, come Tonelli Design, hanno dovuto trovare un modo più resistente per saldare le lastre di cristallo piano delle librerie Paradigma di De Bona e De Meo. Questa particolare libreria da parete, o freestanding,  è realizzata con una griglia centrale di cristallo e da una lamiera sottile piegata ad arco (o a cerchio), è l’incastro tra le lastre di vetro che crea la struttura portante.

Ombré Glass Chair di vetro
Ombré Glass Chair è realizzata da Germans Ermičs

Il problema da risolvere, in questo progetto, era la stabilità. Affinché la struttura fosse abbastanza solida e non si sfilasse o muovesse troppo Tonelli Design ha affinato la tecnica di saldatura delle lastre. Alla fine è stato trovato un collante strutturale adatto nell’impresa: resistente ma estremamente trasparente.

Patricia Urquiola invece ha immaginato la collezione Bisel come una stratificazione di lastre di vetro colorate. Per realizzare i suoi tavolini il laboratorio Glas Italia ha stratificato cinque lastre di cristallo da 5 millimetri con pellicole di diversi colori. Una volta sagomata la lastra è possibile vedere le varie sfumature sui bordi, mentre dall’alto rimane visibile solo un colore.

Ombré Glass Chair è invece una sedia che sembra strutturalmente inaffidabile. La lastra di vetro, che è completamente sfumato in gradazioni e colori diversi, forma questa sedia dalle dimensioni importanti ma dall’aspetto effimero; un chiaro omaggio alla Glass Chair di Shirō Kuramata del 1976.


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