Secondo l’ufficio per la proprietà intellettuale dell’UE se resti anonimo non sei identificabile come proprietario di un’opera. È così che Banksy perde i diritti sulla sua opera più famosa “Flower Thrower”, ed ora sono a rischio anche i diritti su tutte le altre sue opere.
Chi è Banksy
Abbiamo già parlato di Banksy e, oramai, chi non lo conosce? Tra gli appassionati del genere è senza dubbio un idolo, ma anche chi di Street Art, o di arte in genere, non si interessa lo ha sicuramente sentito nominare.
Banksy è, probabilmente, lo street artist più famoso al momento, ma, come molti writers, ha deciso di restare anonimo e, nemmeno il successo, lo ha smosso da questa idea.
Quel che si sa è che Banksy è nativo di Bristol, classe 1974. Ma chi può dire di aver davvero visto il suo volto? Qualche volte è stato pizzicato mentre realizzava una delle sue opere in giro per il mondo, ma per il mondo rimane ancora anonimo.
“Fa tutto questo e resta anonimo. Penso che questo sia fantastico. Nei nostri giorni tutti tentano di essere famosi. Ma lui ha l’anonimato”. – Brad Pitt
Le sue opere hanno riempito i muri di mezzo mondo, partendo dalla natia Inghilterra, ovviamente, passando per luoghi dove la street art non è vista proprio di buon occhio, come in Cisgiordania, approdando anche in casa nostra, con una serie di opere del suo “periodo veneziano”.
Da sempre combatte affinché l’arte non sia un lusso per pochi eletti, affinché essa esca dai musei e da essi venga sdoganata.
“L’arte che guardiamo è fatta da solo pochi eletti. Un piccolo gruppo crea, promuove, acquista, mostra e decide il successo dell’arte. Solo poche centinaia di persone nel mondo hanno realmente voce in capitolo. Quando vai in una galleria d’arte sei semplicemente un turista che guarda la bacheca dei trofei di un ristretto numero di milionari”.
Ma lui no lui vuole elevare l’arte a mezzo di comunicazione, a propaganda politica, a denuncia di un mondo dettato da valori sbagliati.
“Un muro è una grande arma. È una delle cose peggiori con cui colpire qualcuno” – Banksy.
Flower Thrower e la battaglia legale
Arriviamo all’opera in questione, Flower Thrower è probabilmente la sua opera più famosa, eppure è entrata al centro di una vera e propria causa legale.
L’opera si trova su un muro di Gerusalemme, un luogo simbolo per molte battaglie legale ai diritti umani. L’opera raffigura un giovane uomo, sembra trovarsi nel bel mezzo di uno scontro, un fazzoletto a coprirgli il volto. Ciò che sembra è proprio uno scenario da guerriglia urbana, evento non così insolito da quelle parti.
Ma nella mano non tiene una molotov, bensì un mazzo di fiori. Un segno di speranza contro la distruzione che lo avvolge.
È da tempo che la Full Colour Black, azienda che produce cartoline ispirate all’arte di strada, contesta a Banksy il diritto di rivendicare un marchio commerciale sulle proprie opere. Arriva ora la sentenza dell’EUIPO, l’Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale, che decreta la perdita del copyright sull’opera da parte dell’artista.
Il copyright e la decisione di restare anonimo
Il punto focale della contestazione è che la scelta dell’artista di rimanere anonimo rende di fatto impossibile individuarlo come proprietario dell’opera.
“Banksy ha scelto di rimanere anonimo e, per la maggior parte, di dipingere graffiti sulla proprietà di altre persone senza il loro permesso, piuttosto che dipingerli su tele o su sue proprietà”.
Ma l’artista si rifiuta di rivelare la propria identità. Sembra proprio che l’identità di Banksy sia uno dei segreti meglio custoditi nel mondo dell’arte.
“Non so perché le persone siano così entusiaste di rendere pubblici i dettagli della loro vita privata, dimenticando che l’invisibilità è un super potere” – Banksy.