Sognate una carriera da illustratore? In questo articolo intervisteremo l’illustratrice Mari Madeo, che ha lavorato per molti progetti importanti, lei ci darà anche qualche consiglio su come diventare illustratore di professione e ci svelerà qualche segreto del suo lavoro tra immagini e colori.

Chi è Mari Madeo

Prima di iniziare l’intervista spieghiamo, per chi non la conoscesse, chi è Mari Madeo. Mari ha frequentato il liceo artistico e, successivamente, ha proseguito con gli studi universitari a Scienze della Comunicazione seguendo corsi come: illustrazione, scultura, fotografia e cinema d’animazione. Proprio quest’ultimo corso ha dato l’ispirazione a Mari per fondare il suo studio di animazione. Grazie a questa decisione ha potuto prender parte a molti progetti importanti. Citiamo per esempio: La gabbianella e il gatto, Lupo Alberto, La Pimpa, Tommy e Oscar, Tre gemelle e una strega.
Come diventare illustratore
#MammaRaccontati: di Valeria Crivellari con la collaborazione di Francesca Ferragina, Laura Sabato

Purtroppo, come in ogni settore, ci sono periodi in cui c’è più lavoro e altri in cui la richiesta diminuisce; è così che, quando il settore dei cartoni in Italia è rallentato, Mari ha scelto di provare la strada dell’illustrazione pubblicitaria e per l’editoria. L’ultimo suo progetto riguarda proprio un libro: ha realizzato la copertina per #MammaRaccontati, di Valeria Crivellari, la cui vendita servirà ad aiutare la ricerca per la malattia rarissima di una bambina, Elena, unico caso in Italia. Ma il lavoro di Mari non finisce qui: ultimamente aiuta piccoli brand a migliorare la propria identità visiva, realizzando illustrazioni coordinate per la loro brand identity, realizza anche fotografie e stop motion su commissione.
Ma ora chiediamo direttamente a Mari di raccontarci la sua esperienza come illustratrice.

Cosa ti ha spinto a diventare illustratrice?

Penso che la passione per il raccontare per immagini sia sempre stata insita in me, il primo fumetto l’ho disegnato alle elementari e, sempre alle elementari, realizzavo personaggi di carta con abiti intercambiabili. La vera svolta me l’ha data vedere i cartoni animati giapponesi in TV e gli amati cartoni Disney: con il videoregistratore mettevo in fermo immagine e cercavo di ricalcare le figure per imparare a disegnare le pose più difficili.

Com’è strutturato il tuo lavoro?

Quando lavoro per altri cerco di parlare molto con il committente in modo da visualizzare nella maniera perfetta quello che deve essere illustrato o fotografato. Mi documento molto, faccio ricerca e mi creo un moodboard (una raccolta di ispirazioni – NdR), poi faccio una scaletta con gli elementi principali che devono essere presenti nell’immagine. Successivamente mi creo una palette di colori e poi passo a realizzare una serie di bozzetti, a volte anche molto piccoli,  per avere un’idea del risultato.
Come diventare illustratore
Come diventare illustratore: Mari consiglia di sperimentare vari stili, lei stessa lo fa spesso

A questo punto scelgo quelli che ritengo migliori e li propongo al committente. Lui sceglie il suo bozzetto preferito e quindi procedo con dei layout più definiti. Poi passo alla realizzazione definitiva che cambia a seconda della tecnica scelta.

Quali sono i tuoi strumenti di lavoro?

I miei strumenti di lavoro sono carta e matita in primis. Mi permettono di annotare, abbozzare, creare e, volendo, anche fare dei disegni definitivi con questi. Poi mi piace molto variare sia la tecnica sia lo stile, penso che questo sia il modo migliore per continuare a crescere e ad evolversi come creativo. Tra gli strumenti ho riscoperto di recente l’uso dell’iPad, che ha dato una svolta notevole al mio lavoro, velocizzandolo di molto. Ma torno sempre molto volentieri alle tecniche artistiche tradizionali come acquerello e acrilici (che mi piacciono molto per le illustrazioni per ragazzi).

Che consigli daresti a chi vuole diventare illustratore?

Prima di saper fare bisogna saper vedere, essere curiosi, documentarsi molto. Leggere, vedere mostre, film e osservare voracemente. Tutta questa assimilazione ci riempe e ci dà poi la spinta per trasformarla su carta o in qualsiasi altra forma creativa.
Parallelamente bisognare fare esercizio quotidiano, allenare occhio e mente nel disegno, sperimentare stili diversi. Un trucco è quello di portarsi dietro sempre un taccuino e una matita per realizzare istantanee sulle quali poi potremmo lavorare successivamente, senza perderci neanche un’idea.

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