Il packaging flessibile è quel tipo di imballaggio prodotto realizzato con materiali non rigidi. Sono utilizzati in tutti i campi, da quello alimentare a quello sanitario o d’abbigliamento. Vediamo perché sceglierli.
I Materiali del packaging flessibile
Gli imballaggi flessibili sono parte integrante della nostra quotidianità. Circa quattro imballaggi su dieci, soprattutto dei prodotti alimentari, sono costituiti da packaging flessibile. Questo perché è un tipo di imballaggio versatile, che può essere facilmente riciclabile.
Ce ne sono di diversi materiali, dalla carta e cartone, fino ai polimeri plastici. Proprio grazie alle tipologie di materiali con cui vengono realizzati, hanno caratteristiche interessanti per le aziende che sempre di più in ogni settore stanno scegliendo questo tipo di packaging per i propri prodotti.
I vantaggi del packaging flessibile
Come abbiamo accennato sopra, è un tipo d’imballaggio molto versatile e facilmente riciclabile. Non solo. Si tratta anche di quello con il peso minore tra gli imballaggi in commercio.
Il packaging flessibile infatti può conformarsi a qualsiasi prodotto, riducendone così anche il peso specifico totale. Occupa per questo anche molto meno spazio, proprio perché riduce all’osso l’ingombro dell’oggetto che contiene.
Inoltre, riduce gli sprechi. Grazie all’utilizzo di questo tipo di packaging si consumano sempre meno materie prime e molto spesso si utilizzano materiali riciclati.
Nel settore alimentare, ad esempio, il packaging flessibile aumenta la sicurezza del prodotto perché può essere rinchiuso sottovuoto e visti il peso e le misure ridotte si riduce anche il rischio di rottura dell’oggetto contenuto in caso di caduta.
Sono imballaggi molto resistenti, che salvano da tagli o ferite, quindi perfetti anche per prodotti molto delicati.
L’impatto con l’ambiente
Tornando alla caratteristica ecologica, il packaging flessibile è forse il più sostenibile a livello ambientale tra gli imballaggi presenti in commercio.
Questo proprio grazie alle sue caratteristiche di base. Per materiali, peso e forma, è un tipo d’imballaggio che riduce l’inquinamento e risulta inoltre essere uno scarto con peso minore da riciclare.
Anche per questo sta diventando il tipo di packaging più utilizzato dalle aziende in generale. Forse solo Amazon continua ad utilizzare il cartone per le sue spedizioni, grandi e piccine che esse siano. Molte delle altre compagnie di spedizione sono passate già da tempo ad un packaging flessibile ecosostenibile.
L’importanza di un packaging sostenibile
In generale è ormai noto quanto il packaging ricopra un ruolo fondamentale all’interno del mondo del lavoro e dell’immagine di un’azienda.
Per questo scegliere di adottare un packaging flessibile e sostenibile è una scelta che comporta dei miglioramenti per tutti i player del mercato. Una scelta che porta con sè anche un fattore d’investimento e di rischio importante.
Di fatto, una soluzione strategica in merito a come l’azienda consegna i suoi prodotti al cliente finale è in grado di influenzare il mercato stesso. Grazie al tipo d’imballaggio scelto si crea la buona (o cattiva) reputazione di un marchio e dei suoi prodotti.
Infatti, più del 70% dei consumatori è disposto a spendere una cifra superiore per acquistare un prodotto ecologico e sostenibile. Un esempio sono i consumatori della Generazione Z – ovvero tutti coloro nati tra il 1996 e il 2010 – che puntano molto a cambiare le loro abitudini per una quotidianità eco friendly e quindi sono molto sensibili alla tematica ambientali in merito a come il prodotto viene proposto e venduto.
Nel campo alimentare, ma soprattutto in quelli legati all’estetica e alla moda come ad esempio quello cosmetico, la confezione del prodotto rappresenta spesso il 60/70% del prodotto stesso ed è la variabile che incentiva o meno la vendita del prodotto.
Anche per questo molte aziende spendono moltissimo per studiare e creare packaging all’avanguardia che trasmettano la loro mission aziendale. Packaging flessibili che rispettino l’ambiente e che possano anche essere riutilizzati per contenere altre cose acquistate sempre nei loro store, o addirittura da altre fonti.