L’estate è per antonomasia il periodo in cui ci si dedica più volentieri anche alla cultura e alla riscoperta del patrimonio artistico. Le visite ai musei sono molto più frequenti, ed è l’occasione per scoprire collezioni e artisti fino a quel momento sconosciuti. Oggi, però, vi parliamo di un museo davvero particolare e unico nel suo genere; il MOBA, il Museum of Bad Art.

Il MOBA celebra l’arte “minore”, che non trova posto nei musei più blasonati. L’arte che spesso è ritenuta “brutta” anche dagli stessi creatori. Ritratti dalle tecniche approssimative, errori di prospettiva, colori sbiaditi; se pensavate che i musei spettassero solo ai capolavori, non avete mai visitato le gallerie del Museum of Bad Art! Dove non serve avere talento, nel senso classico del termine, per ottenere risalto.

Ma perché dare risalto a creazioni artistiche che anche secondo gli stessi creatori sono brutte? Lo scopo dietro alle collezioni del MOBA è forse satirico? Scopriamolo insieme immergendosi nel museo più bizzarro e particolare al mondo!

Al Museum of Bad Art la bruttezza è soggettiva

Il Museum of Bad Arts nasce nel 1994 e si articola in una serie di collezioni in esposizione nelle due sedi, e talvolta in mostre itineranti. Le opere custodite sono oltre seicento, ma solo alcune di esse sono esposte fisicamente; in genere una sessantina per ciascuna sede o esibizione.

Nello specifico, al MOBA sono presenti undici macro sezioni principali. Si parte con Poor Traits, l’area dedicata ai ritratti. Una categoria a parte riguarda invece i Dopple Hangers, ritratti che si ispirano a persone realmente esistite o ripropongono opere ben più celebri. Il risultato non sarà somigliantissimo, ma quello che conta al Museum of Bad Arts è provarci, quali che siano i propri limiti.

Una delle sale del MOBA
Una delle sale del MOBA

In The Nood è l’area riservata ai nudi artistici, che anche in questo caso non sono propriamente bronzi di Riace, ma rendono omaggio a una varietà di corpi maschili e femminili. In maniera alquanto bizzarra, va detto; del resto, una delle cifre stilistiche del MOBA è proprio l’originalità a tutti i costi.

La sezione dedicata agli Sport rappresenta scene più o meno d’azione, o che vorrebbero esserlo. C’è poi il Moba Zoo, con opere che riproducono cani, gatti e animali di ogni genere. Più particolare e insolita la sezione Look Ma, No Hands! Le opere di paesaggistica fanno parte della sezione Unlikely Landscape, ovvero Improbabili Paesaggi. La Rainbow Collection presenta opere in prevalenza monocromatiche; ovviamente siamo a eoni di distanza dai periodi blu e rosa di Picasso, ma non è necessario essere geni della pittura per esprimersi con il colore.

Non mancano le opere di stampo religioso, nella collezione Dozing my Religions, e l’arte astratta. Quest’ultima si declina in due gallerie diverse; Unseen Forces, più surrealista, ed Aye Aye Aye, una serie di studi, anche allegorici, sugli occhi.

Come nasce il MOBA

Abbiamo visto che l’esordio del MOBA è relativamente recente. Il Museum of Bad Art nel 2024 celebrerà il suo primo trentennale; tre decenni nel corso dei quali l’arte “brutta” è stata portata all’onore delle cronache.

Ma come nasce il MOBA e quali sono gli intenti dietro a questa raccolta di opere bizzarre e insolite? Il museo è un’organizzazione interamente no-profit. I curatori e responsabili sono tutti volontari, ed è grazie a una rete di contatti internazionali che al MOBA possiamo trovare opere da ogni parte del mondo. Donazioni, lavori acquistati nelle botteghe dell’usato e perfino opere che i creatori stessi avevano destinato al macero; il Museum of Bad Art dà a ogni quadro una seconda chance.

Il Museum of Bad Art
Non importa la qualità del risultato; basta crederci, parola del Museum of Bad Art

L’obiettivo è quello di dare risalto ad artisti il cui impegno non viene riconosciuto in altre sedi. Perché se è difficile realizzare dei capolavori, anche i fallimenti hanno la loro dignità. “Gli artisti”, spiegano i curatori del MOBA, “hanno il diritto di fallire.” Ed è per questo che, nonostante le apparenze, il museo è molto selettivo nella scelta delle sue opere.

Il MOBA non accetta opere “volutamente” brutte o realizzate con l’intento di provocare. L’arte ricercata in questo caso è frutto di errori involontari, carenze tecniche o semplice inesperienza. L’importante è che gli autori abbiano quantomeno provato a fare del loro meglio.

Attualmente il museo dispone di due sedi fisiche nel Massachusetts, rispettivamente a Somerville e Weymouth. Entrambe le sedi al momento risultano, però, chiuse al pubblico. Ma niente paura; le collezioni possono essere fruite direttamente online sul sito Web del museo, che riporta le scansioni, accurate descrizioni e retroscena di ogni opera.


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