Recenti studi hanno dimostrato come i consumatori impieghino circa un minuto per elaborare un giudizio, più o meno definitivo, su un marchio. E ciò spesso è legato alla percezione che suscita in noi il suo logo. Questo perché tutti noi ci facciamo guidare principalmente dalla vista, il senso più sviluppato.

Riguardo a questa tematica, è stato scoperta un’altra informazione fondamentale: il 90% dell’attenzione che riserviamo a un logo è catturata dal suo colore. Basandoci su questo, concludiamo che è di primaria importanza per qualsiasi brand scegliere la tonalità adatta al messaggio che vuole veicolare. Niente paura: ad aiutare gli imprenditori interviene una disciplina che si colloca a metà tra il marketing e la psicologia, il neuromarketing.

Così è possibile studiare quali sensazioni vengono generate nel consumatore dal colore di un logo e scegliere quello giusto. In particolare, qui ci concentreremo su un colore preciso, il più usato dalle aziende. Scopriamo dunque la funzione del blu nel marketing.

Cosa suscita il blu?

Iniziamo con il dire che il blu suscita negli esseri umani una grandissima quantità di emozioni diverse, per questo è usato quasi come un “colore passepartout” dalle aziende. Le sensazioni che primeggiano sono però pace, calma, stabilità, armonia, sicurezza, comodità e fiducia. In particolare, occorre distinguere tra azzurro e blu: il primo ha un’accezione più fresca dunque evoca tranquillità, il secondo è invece più legato alla forza e all’affidabilità.

In ogni caso, questo colore ci dà subito l’idea di un ambiente positivo. Per questo viene usato in zone o punti vendita dove la permanenza deve essere alta, come strutture legate al benessere. Conseguenza di ciò è l’inevitabile instaurarsi di un legame di fiducia tra azienda e consumatore.

Certo, come in ogni situazione esiste anche il rovescio della medaglia. Il blu infatti è anche spesso legato a tristezza e depressione: pensiamo solo al “blue monday”, ovvero il terzo lunedì di gennaio considerato dagli inglesi il giorno più triste dell’anno. Anche negli USA sono frequenti espressioni quali “I’m feeling blue”, che testimoniano un senso di insoddisfazione e infelicità. Per questo ogni marchio deve essere ben consapevole di ciò che vuole comunicare e cercare di farlo nel modo giusto.

Blu nel marketing
Il blu è il colore del cielo e del mare e stimola calma e tranquillità

Blu nel marketing: l’esperimento

Osservando i marchi più famosi del mondo, notiamo che un’altissima percentuale è proprio di colore blu. Questa tonalità è infatti gettonatissima ed è possibile spiegare il motivo con un esperimento scientifico. Il ricercatore Joe Hallock accorre in nostro aiuto.

Secondo le sue ricerche, il blu è il colore preferito di moltissime persone. Chiedendo a un vasto campione di menzionare il colore più legato a esperienze e sensazioni positive, Hallock ha scoperto che la maggior parte degli individui coinvolti (più del 40%) avrebbe scelto proprio il blu.

Oltre alla tendenza generale, il ricercatore ha deciso di indagare le scelte legate al genere e all’età delle persone. I risultati precedenti sono stati confermati: il blu è il colore preferito per il 57% degli uomini e per il 32% delle donne e per ogni età la preferenza si aggira tra il 40% e il 70% degli intervistati. Ecco spiegato il motivo per cui moltissimi brand hanno un logo blu, colore quindi fortemente sconsigliato se il proprio obiettivo fosse differenziarsi dai competitors.

Il caso Facebook

A questo punto, come non menzionare uno dei loghi più conosciuti e studiati di sempre. La piattaforma di Zuckerberg ha l’obiettivo di ispirare fiducia ma soprattutto ridurre lo stress, generare calma e relax. Sono sensazioni azzeccatissime per un social in cui le persone si riversano nel tempo libero, per condividere opinioni e fotografie felici oppure chattare con amici e parenti.

Lo stesso fondatore del sito per spiegare l’origine del logo racconta un aneddoto personale: dopo aver scoperto una forma di daltonismo che lo rende insensibile al verde e al rosso, si è reso conto di riuscire a percepire il blu meglio degli altri colori, nella sua interezza. Dunque per Zuckerberg è stato quasi un colpo di fortuna, anche se sicuramente una forma primitiva di neuromarketing deve aver avuto spazio nella scelta.

Blu nel marketing
Uno degli esempi più lampanti del blu nel marketing è Facebook

Blu nel marketing: altri esempi

Dunque, alla luce di tutto ciò che si è detto sul colore blu, vediamo alcuni esempi che testimoniano chiaramente le sensazioni che esso suscita in noi.

  • Onestà e fiducia: fondamentale è sfruttare questo presentimento per compagnie finanziarie, banche e assicurazioni. Esempi evidenti sono IBM, Zurich, Paypal e Allianz. Per questi marchi è necessario infatti far sorgere un senso di sicurezza nel cliente non solo attraverso i propri servizi, ma anche, inconsciamente, grazie alla propria immagine.
  • Calma e relax: il blu è il colore del cielo e del mare, per questo suscita in noi tranquillità. In particolare è usato per i loghi di molti social network, a cui noi ci rivolgiamo in momenti di tempo libero. Oltre al già citato Facebook è utile menzionare anche Twitter, Skype, Vimeo e LinkedIn.
  • Affidabilità: molto vicina alla sensazione di fiducia, l’affidabilità è legata ormai sempre più spesso al settore tecnologico. Per questo molti brand che producono pc, telefoni e altre apparecchiature simili. Gli esempi sono moltissimi: Dell, HP, Intel, Philips e Samsung.
  • Salute e benessere: infine il blu può suscitare una sensazione positiva anche a livello medico. Per questo viene usato da numerose aziende farmaceutiche, tra cui possiamo citare la chiacchieratissima Pfizer.

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