White, Grey e Black Hat SEO sono tre diverse strategie e tecniche il cui scopo è quello di migliorare il posizionamento dei siti e delle pagine sui motori di ricerca. Tuttavia, alcune di queste tecniche violano le linee guida e sfruttano le vulnerabilità degli algoritmi. Scopriamo insieme cosa sono.

White Hat SEO

Il primo termine che andiamo ad esaminare è white hat SEO. Si tratta dell’insieme delle tecniche utilizzate per migliorare il posizionamento dei siti sui motori di ricerca, rispettando perfettamente le linee guida e le policy dei motori di ricerca stessi.

White Hat SEO
White Hat SEO

L’utilizzo di tale termine è utilizzato in contrapposizione con il black hat SEO. Se quest’ultimo non esistesse non ci sarebbe bisogno di specificare che nelle strategie bisogna rispettare le regole e le policy.

I contenuti creati seguendo questa tecnica sono perfettamente in linea con la policy dei motori di ricerca, rispettano i fattori di ranking, piacciono e sono utili per gli utenti.

Tecniche white

Le tecniche di white hat sono sostanzialmente tutte le tecniche migliorare il sito e le sue singole pagine, testi, paratesti, link, ecc.

Per creare un sito “perfetto” il codice HTML dovrebbe essere privo di errori, dobbiamo utilizzare tag, meta tag, microformati, etichette, ottimizzare gli url, utilizzare le keyword, ottimizzare la user experience, ecc.

Black Hat SEO

In contrapposizione alla white hat SEO, c’è la black hat SEO, ovvero le tecniche utilizzate per migliorare il sito web e le sue pagine, violando esplicitamente le linee guida e la policy dei motori di ricerca e cercando di manipolare gli algoritmi.

Black Hat SEO
Black Hat SEO

L’obiettivo di questa strategia è quello di migliorare il ranking del proprio sito, ma in questo caso lo si vuole fare nel minore tempo possibile e a ogni costo, senza tenere in considerazione l’effettivo valore dei contenuti.

Tecniche Black

Le tecniche utilizzate nella black hat SEO sono tecniche controverse e subdole e tattiche manipolative. Molti utilizzano il termine black hat SEO per definire il lato oscuro della SEO, come un dark web del posizionamento sui motori di ricerca.

La tecnica più utilizzata in questo caso è la cosiddetta spamdexing, parola composta dal termine spam e indexing, letteralmente indicizzare spazzatura.

Per creare queste pagine si utilizzano molte parole chiave, in modo che l’algoritmo del motore di ricerca le consideri rilevanti, ma alla fine non sono realmente utili all’utente.

Nella black hat vengono spesso utilizzate le landing page, che riempiono il motore di ricerca e che, di fatto, rimandano tutte sul sito o sul blog in questione.

Come sono nate la White e la Black Hat

Come dicevamo, la White Hat SEO è nata, in realtà, in contrapposizione con la Black Hat SEO, perché solo quando si è dato un nome a tutte quelle tecniche controverse che violano le policy si è avuta l’esigenza di dare un nome anche alla controparte. Se nessuno facesse Black Hat, non ci sarebbe nessun motivo di dare un nome a quella che dovrebbe essere la strada lecita.

Non si riesce a risalire precisamente alla nascita dei due termini. Tuttavia, c’è da sempre il binomio nero-cattivo / bianco-buono. Ma non possiamo nemmeno dire che chi fa black hat SEO stia infrangendo la legge, perché di fatto non lo sta facendo, sta solamente creando disagi all’utente che si trova sul motore per una determinata ricerca.

Per questo i motori di ricerca stessi cercano di scovare e bloccare chi pratica queste tecniche.

Grey Hat SEO

Infine, esiste una via di mezzo tra l’uno e l’altro ed è la cosiddetta grey hat SEO. In questo caso si utilizzano alcune tecniche controverse ma che non violano esplicitamente le policy del motore di ricerca. Si colloca a metà tra l’uno e l’altro e i contenuti non sono così scarsi ma nemmeno così ottimali.

Una delle tecniche più utilizzate che si collocano in questa sezione è il domain grabbing, ovvero l’acquisto di un dominio scaduto con lo scopo di spostare lì i propri contenuti. Un’altra tecnica è quella di creare contenuti simili o di bassa qualità con regolarità, solamente per soddisfare il motore di ricerca che è alla ricerca di contenuti nuovi.

 


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