Gli occhi di tutto il mondo, in questi giorni, sono puntati su Tokyo. I giochi olimpici giocati con un anno di ritardo non attirano solo gli atleti e gli appassionati dei vari sport. Tokyo 2020 è stato un successo non solo atletico, ma anche artistico, culturale, sociale, architettonico. È la rivincita umana contro la pandemia. Quello di cui vogliamo parlare oggi è il calderone olimpico Nendo, un tripudio di design e tecnologia. È lì, dove ora poggia la fiamma olimpica, che vogliamo andare a spulciare in questo minuscolo angolo di Olimpiade.

Che cos’è il calderone olimpico

Innanzitutto, c’è da fare una piccola premessa: che cos’è il calderone olimpico?

La fiamma olimpica è uno dei simboli più importanti dei giochi. Il fuoco olimpico viene acceso diversi mesi prima dell’inizio dei giochi, nella culla dei giochi olimpici, la Grecia. Lì rimane per alcuni giorni, per poi essere trasportata nel luogo dove si svolgono i giochi (quest’anno, ad esempio, in Giappone).

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Il calderone deve mantenere accesa la fiamma olimpica per tutta la durata dei giochi

Una volta giunti nel luogo dei giochi si organizza una staffetta, che trasporta la fiamma olimpica attraverso tutto il paese ospitante. La staffetta termina il giorno dell’inaugurazione dei giochi e rimane nel calderone olimpico fino alla fine degli stessi, quando, durante la cerimonia di chiusura, viene spenta.

Il calderone, o braciere, o tripode, viene posto, di solito, vicino allo stadio dove si svolgono le cerimonie dei giochi. Esso deve garantire alla fiamma di ardere per tutta la durata dei giochi.

Nendo, lo studio di design che ha disegnato il calderone dei giochi olimpici di Tokyo 2020

Solitamente il paese che organizza i giochi realizza anche il calderone, che di volta in volta è diverso e sempre con un design originale e un significato intrinseco.

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Il calderone olimpico Nendo, prima dell’arrivo della fiamma

Quello dei giochi di Tokyo 2020 è stato realizzato dallo studio di design Nendo di Oki Sato. L’opera è un mix di ingegno e creatività, ma anche di alta manifattura giapponese e un piccolo prodigio di tecnologia.

Lo studio è famoso per rendere speciali gli oggetti comuni. Sato, infatti, è un’artista che rende unici gli oggetti della quotidianità, trasformandoli in piccole opere d’arte.

Per capire l’ideologia e lo stile dello studio, Nendo ha, ad esempio, ridisegnato e rivisto il concetto di sigaretta elettronica, realizzandone una che si accende con un accendino. Ma ha anche disegnato un contenitore per la soia in polvere, di design, ovviamente, un orologio con cinturino removibile, delle stravaganti pantofole triangolari e un ombrello che sta in piedi da solo.

Nendo, il calderone olimpico ispirato al Sole

Il calderone olimpico disegnato da Nendo è ispirato al Sole e all’energia. La sua realizzazione è partita dal concept lanciato da Mansai Nomura, direttore creativo delle cerimonie dei giochi olimpici di Tokyo 2020: “Tutti si riuniscono sotto il Sole, tutti sono uguali e tutti ricevono energia”.

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Naomi Osaka ha portato la fiamma olimpica fino al calderone, durante la cerimonia di apertura dei giochi

Il calderone ha un aspetto sferico e futuristico. Ricorda il Sole, ma c’è chi ci vede anche un pallone da pallavolo.

Si tratta di una struttura da 2,7 tonnellate che ha ammaliato il mondo intero quando, all’arrivo della tedofora Naomi Osaka, ultima portatrice della fiamma olimpica, si è aperta ed è fiorita come un fiore armonioso e bellissimo, pronto ad accogliere il fuoco olimpico.

Tecnologia e materiali all’avanguardia

Lo studio Nendo, tuttavia, si è focalizzato molto di più sulla scelta dei materiali all’avanguardia e sui prodigi tecnologi della sua creazione, descritta dettagliatamente nella relazione del progetto.

Tante parole tecniche ne descrivono l’incredibile manifattura, così come i nomi dei materiali e degli elementi chimici utilizzati per realizzarla. Ma ciò che è davvero incredibile (ed è una novità nel settore dei calderoni olimpici) è l’utilizzo dell’idrogeno.

Solitamente si utilizzava il propano per alimentare la fiamma olimpica, ma quest’anno, per la prima volta, si è scelto l’idrogeno, un combustibile sicuramente molto meno inquinante. Una scelta ecologica e consapevole verso le tematiche sull’inquinamento e sui cambiamenti climatici.


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