Il Benesse Art Site celebra i suoi primi trent’anni e lo fa all’insegna dell’arte. Ma cos’è il Benesse Art Site? Non è un semplice museo, ma un complesso di musei d’arte, installazioni e sculture che si sviluppano su cinque diverse isole del mare interno del Giappone. Scopriamolo insieme.
La nascita del Benesse Art Site
Il Benesse Art Site Naoshima è il nome del collettivo d’arte che si sviluppa sull’isola di Naoshima e su quattro delle isole circostanti (Teshima, Inujima, Shodoshima e Megijima). Un progetto artistico su larga scala realizzato e gestito da Benesse Holding Inc. e Fondazione Fukutake.
L’incontro tra Tetsuhiko Fukutake e Chikatsugo Miyake, l’allora sindaco di Naoshima, avvenne nel 1985. I due decisero di rendere l’isola, prima, e le isole vicine poi, un posto unico e speciale, un luogo culturale incontaminato ed educativo.
L’obiettivo era quello di integrare l’arte con il panorama naturale circostante. Per realizzare il progetto si aggiunse al gruppo l’architetto Tadao Ando. L’architetto realizzò una struttura aperta il pubblico che consentiva ai visitatori di soggiornare immersi nella natura.
Il luogo a cui tutto il progetto ruota intorno è il Benesse House Museum, il quale fu aperto, ufficialmente nel 1992.
Benesse House Museum
Il Benesse House Museum è un luogo davvero unico speciale. È un hotel, ma al contempo è anche un museo, ed è anche una porta aperta sulla natura circostante.
L’hotel/museo si basa sul concetto di “coesistenza tra natura, arte e architettura”. La struttura, realizzata, appunto, da Tadao Ando, si trova sull’isola di Naoshima ed è immersa nella natura dell’entroterra isolano.
È caratterizzata da grandi aperture che consentono di integrare gli interni con la splendida natura che la circonda. Al suo interno vi sono esposti dipinti, sculture, fotografie e installazioni. La cosa splendida di questa struttura è che le installazioni e le opere d’arte non si possono ammirare solamente nella galleria principale del museo, ma in tutto l’edificio, compresa la hall, i corridoi e le varie ale dell’albergo.
Benesse Art Site, non solo Benesse House Museum
Ma Benesse Art Site, come dicevamo, non è solo Benesse House Museum. Le isole giapponesi dell’arte racchiudono altri siti, musei e installazioni, come Chichu Art Museum e il Lee Ufan Museum, anch’essi progettati dall’architetto Tadao Ando.
Opere architettoniche sono anche i principali edifici municipali dell’isola e le scuole, progettate dall’architetto Ishii Kazuhiro. L’isola è, infine, anche la sede del festival d’arte triennale di Setouchi.
Gli altri siti e musei principali
Come dicevamo la vasta area del Benesse Art Site comprende ben cinque isole. Oltra alla Benesse House Museum ci sono altri luoghi degni di nota.
Come il Museo d’arte Moderna Chichu. Ci troviamo sempre immersi nella natura di Naoshima, sulla cima di una collina che domina la costa meridionale. La particolarità di questo museo è che utilizza solamente ed esclusivamente la luce naturale per illuminare le opere d’arte custodite al suo interno.
C’è, poi, l’Art House Project, un progetto incredibile. Una serie di artisti e architetti provenienti da tutto il Giappone ha convertito un piccolo villaggio portuale in un’installazione d’arte. Essa comprende una serie di case abbandonate, laboratori, un tempio e un santuario.
C’è il Museo Lee Ufan, con le opere dell’omonimo artista coreano, il Museo Ando e l’incredibile installazione I Love Yu. Quest’ultima è una bath-house pubblica, dove è possibile fare il bagno in vasche e bagni che sono delle vere e proprie opere d’arte.
La Valley Gallery per i trent’anni del Benesse Art Site
L’ultima ad aggiungersi alla lista è la Valley Gallery, che verrà inaugurata a marzo 2022, in occasione del trentennale del Benesse Art Site.
Quest’ultima, progettata da Tadao Ando, si trova in una vallata, circondata da tre montagne. “Abbiamo deciso per un luogo circondato da un pendio che all’inizio della primavera si ricopre di azalee.
Ha delle aperture nate da operazioni geometriche di taglio e traslazione, che portano al suo interno la presenza della natura per come è. Volevo creare uno spazio che fosse potente come un cristallo, anche se piccolo”, spiega Ando.