Il film d’animazione esistono sin dagli inizi del secolo scorso e sono notoriamente produzioni in cui si illude lo spettatori del movimento di oggetti disegnati o fotografati. Soprattutto agli inizi la creazione di opere fotogramma per fotogramma era complessa e molto costosa, ma l’apprezzamento del pubblico altissimo. Tutti gli studi americani e globali avevano perciò una divisione dedicata all’animazione. Analizziamo insieme dal punto di vista storico e grafico la più importante, oggi come un secolo fa. Quali sono le pietre miliari tra i cartoni animati Walt Disney?
Biancaneve e i sette nani (1937)
Walt Disney inizia la sua carriera come animatore creando una serie di corti animati di enorme successo con come protagonisti Topolino e Paperino. Grazie al suo approccio concreto e alla sua indole imprenditoriale riorganizza il sistema industriale facilitando la realizzazione del primo lungometraggio animato: Biancaneve e i sette nani. Inizialmente ritenuto un grosso rischio per via di alti costi e lungo tempo di produzione, ha invece avuto un successo planetario. Tanto che pochi anni dopo, nel 1940 la Disney replica il risultato con un altro capolavoro, Pinocchio.
Ma senza l’uso della tecnologia come si realizzano i cartoni? Quasi tutti i personaggi del film sono stilizzati e animati con la tecnica del rotoscopio, che consiste nel ricalcare fotogramma per fotogramma una pellicola in cui erano stati filmati attori in carne ed ossa. Eppure molti animatori non apprezzano tale strategia: per altri personaggi si serviranno di tecniche differenti.
Chi ha incastrato Roger Rabbit? (1988)
La morte di Walt Disney nel 1966 innesca un periodo di crisi nella casa cinematografica. Si rialzerà solo negli anni ’80 con l’uscita di un film/cartone tanto sperimentale quanto apprezzato. Il successo è straordinario e Chi ha incastrato Roger Rabbit dimostra che l’animazione di qualità ha un futuro nel mondo del cinema. Un cinico investigatore privato indaga sulla moglie di Roger Rabbit, lavoro che lo costringerà a entrare a Cartoonia. Le figure coinvolte sono di grande portata, come il regista Robert Zemeckis o il produttore esecutivo Steven Spielberg. Il budget arriva a toccare i 40 milioni di dollari. La fama del film è alle stelle e da qui in poi Disney investirà pesantemente in lungometraggi di alto livello, come la Sirenetta (1989) e la Bella e la Bestia (1991).
In realtà l’interazione tra umani e personaggi dei cartoni non è nuova: si pensi solo a Mary Poppins, film del 1964. Eppure qui la tecnica mista è portata su un altro livello. Per mescolare le scene live-action con quelle d’animazione si usano le telecamere VistaVision. Invece per facilitare l’interpretazione degli attori, al posto dei cartoni animati, inseriti poi al computer, sono aggiunti al set pupazzi o manichini. Nel corso della post-produzione del film, durata circa un anno, gli animatori hanno realizzato a mano circa 82mila fotogrammi per dare vita ai personaggi. I dettagli che forniscono un tocco in più di realismo sono invece stati aggiunti a computer.
Cartoni animati Walt Disney: Toy Story (1995)
L’uso del computer per generare immagini animate risale alla fine degli anni ’60, ma solo nel 1995 esce il primo lungometraggio animato sviluppato interamente con la computer grafica. La produzione è della Pixar, la casa con come società madre proprio Walt Disney. Il progetto è fortemente innovativo e, nonostante il primato a livello di grafica, il regista John Lasseter non tralascia la potenza della trama e le emozioni dei personaggi. Nel cartone i giocattoli diventano animati quando vengono lasciati soli e i protagonisti, Woody e Buzz, competono per avere l’attenzione del loro proprietario. Oltre a ispirare tre seguiti, il successo ha favorito l’enorme diffusione dei film animati in computer grafica.
L’animazione computerizzata è straordinaria e la direzione artistica è paragonabile a quella di un film in live-action, grazie al budget di circa 30 milioni di dollari e al team di più di cento dipendenti. L’universo di Toy Story è stato creato da zero e realizzato con un realismo senza precedenti. Il processo di animazione si basa sugli storyboard di Ralph Eggleston, digitalizzati con l’aiuto del programma Avid Media Composer. In media, sono state impiegate tre ore per completare ciascuna delle quasi duemila riprese, con un lavoro ultra meticoloso. Grazie all’accuratezza della tecnica CGI (computer generated imagery) e alla qualità dei lungometraggi animati, tali film hanno acquisito grande importanza commerciale e artistica, portando all’istituzione nel 2001 dell’Oscar al miglior film d’animazione.