Chi è Banksy, l’artista e writer inglese considerato uno dei nomi più influenti della street art? Anche se la sua vera identità rimane sconosciuta, le sue opere sono famosissime. Il suo stile ha spesso un taglio satirico e riguarda argomenti scottanti come la politica, la cultura e l’etica.
La tecnica utilizzata per i suoi murales è quella dello stencil e nasce sulla scena underground delle strade di Bristol. La peculiarità della sua arte è che la realizza su superfici visibili al pubblico e quindi alla portata di tutti.
Banksy si esibisce a sorpresa e, così come altri nomi della street art che lo hanno preceduto, ha un percorso artistico di tutto rispetto. La tecnica dello stencil scelta per le sue opere non è un caso, infatti, come lui stesso racconta, gli permette di lavorare più velocemente ed essere quindi inafferrabile. Prima di optare per questo stile, era sempre troppo lento e spesso veniva trovato dalla polizia mentre terminava le sue opere.
Banksy e il mistero che lo circonda
Chi è quindi Banksy? Fa di sicuro parte del suo fascino, il mistero che lo avvolge, anche se alcune notizie ad oggi sono trapelate. Le sue origini nella street art risalgono a quando frequentava la gang dei DryBreadZ, dove ancora adesso vi torna regolarmente.
Una delle prime opere realizzate in esterno risale al 1999, ed era stata fatta per coprire una pubblicità nel quartiere di Stokes Croft. Raffigura un orso che lancia un cocktail incendiato contro dei poliziotti in tenuta antisommossa. La critica è dovuta alle tante rivolte che avevano segnato la storia passata di Bristol.
Banksy si ispira all’artista di strada Blek Le Rat da cui ha mutuato l’uso della tecnica dello stencil, ma la sua arte non comprende solo quella dei graffiti. Infatti è anche uno scultore, tra le sue opere più famose troviamo The Drinker rassomigliante al Pensatore di Rodin, ma con un cono stradale sulla testa.
Proprio questa statua è sparita, scomparsa sotto il traffico della piazza di Londra in cui era ubicata, senza che nessuno se ne accorgesse. Su questo avvenimento hanno anche realizzato un docufilm, che parla proprio del furto dell’opera, uscito nel 2016. A firmare il furto un gruppo di attivisti chiamato Art Kieda, il cui leader AK47, si autodefinisce un terrorista dell’arte.
La protesta continua
Normalmente non vende riproduzioni, fotografie o stikers raffiguranti le sue opere. Alcuni banditori però hanno provato a vendere le opere di Banksy direttamente sui supporti originali, lasciando all’acquirente l’onore di trovare un modo per rimuoverle efficacemente.
Banksy nel 2013, per protestare contro il mercato dell’arte, ha compiuto un’operazione surreale. Ha, infatti, messo in vendita per strada alcune sue opere stampate al modico prezzo di 60 dollari. Gli acquirenti, non totalmente consapevoli di quello che stavano facendo, hanno avuto una bella sorpresa il giorno dopo. Infatti l’artista ha messo online un video che parlava di questa operazione, facendo schizzare il valore di quelle opere fino a 20.000 dollari in un giorno.
Un’altra volta ha realizzato anche un’opera raffigurante l’iconica bambina col palloncino che ha permesso di essere battuta all’asta, questa poi però si è in parte autodistrutta poco dopo esser stata battuta per 1,2 milioni di euro.
Supposizioni sulla sua vera identità
A chiedersi chi è Banksy sono stati anche i criminologi della Queen Mary University di Londra. Utilizzando una tecnica chiamata profilazione geografica sono giunti alla conclusione che si potrebbe trattare dell’artista Robin Gunningham.
Secondo molti critici d’arte questa è ad oggi la teoria più plausibile per l’identità di Banksy. Tra l’altro a sostegno di questa tesi c’è un particolare indizio, l’artista nelle sue prime opere si sarebbe infatti firmato come Robin Banks.