Nel mondo dei social media, la figura dell’influencer ha da sempre dominato le strategie di marketing online. Persone che con il loro carisma riescono ad influenzare la propria fan base tanto da dare consigli sugli acquisti. Il potere di questo fenomeno è tale che la strategia di promozione che lo sfrutta ha un nome ben preciso: l’influencer marketing. Ma che succede se, invece di sponsorizzare dei prodotti, questi vengono sconsigliati? Ecco che entra in campo la figura del deinfluencer.
Ma chi sono e cosa fanno questi deinfluencer? Soprattutto, perché stanno diventando così importanti tanto per le aziende quanto i consumatori? Il loro è davvero un ruolo rivoluzionario nell’economia digitale: stanno cambiando il modo in cui le persone vedono e acquistano i prodotti.
Chi sono i deinfluencer
I deinfluencer sono una figura emersa nel mondo del marketing digitale nell’ultimo paio di anni. Ovviamente il fenomeno è nato all’estero, ma si è facilmente traslato anche nell’ambiente italiano, con diverse figure di spicco. Il terreno di “influenza” sono principalmente i social più giovani come TikTok o Instagram, ma anche YouTube e Twitter sentono molto il loro fascino.
A differenza degli influencer, i deinfluencer si concentrano sulla critica e sulla disapprovazione di prodotti o servizi, piuttosto che sulla loro promozione. Il termine “deinfluencer” ricalca proprio questo concetto: il “de” privativo iniziale rende l’idea di “disinfluenzazione”, ovvero staccarsi dai canoni dei consigli che influenzano. Questi individui pubblicano video o post che mostrano il lato negativo o poco noto di determinati prodotti o tendenze, cercando di diffondere consapevolezza e incoraggiando i consumatori a fare scelte più informate. Nei loro video infatti li vediamo provare o fare dei veri e propri stress-test di prodotti virali, riportandone poi i risultati, di solito negativi.
Il potere di sconsigliare
Se gli influencer consigliano, i deinfluencer sconsigliano. Questo, però, non rende i deinfluencer meno capaci di influenzare la propria fan base, anzi. La loro voce viene ritenuta estremamente più onesta rispetto a quella degli influencer. Questo si verifica perché la maggior parte delle volte i deinfluencer non vengono sponsorizzati dalle aziende dei prodotti che provano. Non essendo legati da accordi di tipo economico con i brand, possono esprimere opinioni oggettive ed indipendenti, anche fortemente negative. Per questo motivo questi ragazzi e queste ragazze vengono visti come fonte assolutamente affidabile di informazione.
Avendo la totale fiducia dei propri follower, questi “influencer al contrario” hanno un fortissimo impatto sull’immagine di un prodotto o di un’azienda. I brand stanno prendendo sempre più coscienza di questo fenomeno e utilizzano le critiche per migliorare i propri articoli o i servizi. Anche perché l’alternativa è quella di avere una cattiva reputazione online. Nel passaparola e nel viaggio per diventare virali, infatti, una critica corre molto più veloce di una recensione positiva.
Perché i deinfluencer sono così popolari
Ad oggi, l’hashtag #deinfluencing su TikTok ha oltre 310M di visualizzazioni. I video sono diversissimi e principalmente in inglese, ma hanno tutti un obiettivo in comune: criticare i prodotti virali. Lo scopo ultimo non è tanto quello di affossare un oggetto o un servizio, ma di puntare sugli aspetti negativi di questo. Questo mascara è davvero waterproof? Perché questo ombretto a lunga durata non tiene più di un’ora? Questo prodotto è conforme alla pubblicità? Vedere una recensione onesta di un prodotto, porta ad ottenere la totale fiducia della fanbase, specialmente se questa si rispecchia nell’influencer.
Una volta messi in luce tutti gli aspetti, i deinfluencer dicono ai propri follower quali prodotti non acquistare e quali trend non seguire. In particolare, l’idea è quella di evitare altre vittime del social marketing che ti spinge a comprare oggetti solo perché popolari, anche se non ne hai bisogno. Alcune volte, a fronte di total fail, vengono proposti anche prodotti alternativi che si trovano su altri siti a minor prezzo o addirittura fatti a mano.
Ma a questo punto la sottile differenza tra deinfluencer ed influencer diventa davvero molto labile.