Il design nei film riveste un ruolo fondamentale che spesso passa in secondo piano. Eppure, se ci pensiamo bene, l’impatto stesso di un film ha tutto a che fare con le scelte grafiche dello scenografo, degli esperti di luci ed effetti speciali, dei truccatori e dei costumisti.
Riuscite a immaginare Star Wars senza il suo design futuristico-decadente, i costumi intricati e le spade laser? O un Batman senza le atmosfere gotiche e cupe di Gotham City? O ancora, cosa sarebbe il Mago di Oz senza quella grafica così colorata e vivace che contrasta con il bianco e nero iniziale delle scene a casa di Dorothy?
La grafica e il design nel mondo di Hollywood consentono a registi e sceneggiatori di trarre il massimo dalle loro storie. Scopriamo dunque quali sono le caratteristiche peculiari del design dei film che amiamo di più.
Il design nei film e l’arredamento di interni
Spesso è l’aspetto nel design dei film che passa più inosservato e che, invece, cala lo spettatore nella storia ancor prima della recitazione. Parliamo dell’arredamento di interni e dell’home decor.
Una base missilistica o un laboratorio segreto dovranno avere un’estetica fredda e molto asettica. Un’astronave potrà avere un aspetto hi-tech, cybernetico e futurista o anche professionale e informale. Allo stesso tempo gli horror prediligono soluzioni goticheggianti, con zone d’ombra in cui possa annidarsi l’orrore. Pionieristico in questo senso è il lavoro sulle ambientazioni di Robert Weine (‘Il gabinetto del dottor Caligari’) e in generale del cinema espressionista tedesco.
Per quanto riguarda i film storici e in costume, l’aspetto più importante è quello della ricostruzione. Scenografi, costumisti e addetti ai prop prestano grande attenzione a catturare le atmosfere tipiche del periodo storico in cui è ambientata la pellicola.
Tuttavia il design dei film non si limita solo ad ambientazioni particolari o caratteristiche. Anche la semplice casa di un personaggio, l’arredamento delle stanze e l’abbinamento dei colori può rivelarci molto di lui, o di lei. Sarà il villain del film o la vittima? L’eroe della storia o un insospettabile cattivo che nasconde la sua follia dietro a una normalità di facciata?
Le scelte di design nei film devono tenere conto di tutte queste variabili, per calare con maestria lo spettatore all’interno degli eventi.
Makeup e trucco, gli attori cambiano faccia
Quando si parla di makeup in genere si pensa alle dive di Hollywood e alle loro mise più eccentriche. Ma il trucco nel mondo del cinema riveste un rulo cardine anche in altri ambiti; ad esempio, consente di trasformare un attore nel personaggio che interpreterà.
Pensiamo solamente all’ultimo film di Favino in cui l’attore presta il volto a Bettino Craxi. Il personaggio è assolutamente fedele al suo “modello” realmente esistito, le fattezze dell’attore sono annullate da un uso sapiente del makeup e del trucco di scena. Quello che rimane, e che il trucco mette in evidenza, è l’espressività, il gioco emotivo.
Anche Gary Oldman ha dato straordinarie prove di recitazione con l’utilizzo di makeup di scena in “Dracula” (dove interpreta un inquietantissimo Conte incartapecorito e cadaverico, dalle fattezze disumane) al film su Winston Churchill.
Il makeup nel design sfrutta le potenzialità di ceroni, prostetici e parrucche oltre ai trucchi veri e propri.
In questo modo è possibile creare personaggi immaginari o riprodurre le fattezze di celebrità esistenti o esistite.
Design nei film; gli effetti speciali
Ma ancora più del makeup, il design nei film deve moltissimo agli effetti speciali.
Soprattutto nei film di ultima generazione, sullo schermo è possibile riprodurre graficamente gli effetti più sorprendenti.
La grafica degli effetti speciali o sfx (come vengono talvolta abbreviati) sfrutta le performance di computer e programmi di video editing di ultima generazione. In primis After Effects, di Adobe. Se da una parte questi strumenti hanno semplificato moltissimo la vita e il lavoro di scenografi e costumisti, dall’altra gli apparati tecnici sono diventati sempre più complessi e costosi.
Basti pensare all’insieme di sensori posizionati sul viso e sul corpo degli attori della saga dei Pirati dei Caraibi per ricreare l’equipaggio mostruoso di Davy Jones, interamente realizzato in CGI.
Un altro problema degli effetti speciali nel design dei film è che la CGI tende a “invecchiare” velocemente, proprio perché le applicazioni, i programmi e le funzionalità digitali continuano a evolvere.
Un esempio eclatante possiamo trovarlo nella produzione di James Cameron; l’affondamento del Titanic è stato un effetto speciale stratosferico ai tempi in cui uscì il film, negli anni ’90. Ma la ricostruzione dell’affondamento del transatlantico impallidisce di fronte alle evoluzioni acrobatiche dei Na’vi nel variopinto pianeta Pandora, che Cameron realizza solo una decina d’anni dopo per “Avatar”..