Il lavoro del grafico è molto più ampio e ramificato di quello che si pensa. La grafica spazia in tutto quello che è il mondo della comunicazione visiva, dal mondo dello spettacolo, le case editrici, le aziende, le agenzie pubblicitarie, ecc.
La distinzione che vorrei proporre oggi è quella tra la grafica editoriale e la grafica pubblicitaria.
La grafica pubblicitaria
Iniziamo dalla grafica pubblicitaria, già dal nome si può facilmente intuire che ci troviamo nel mondo della pubblicità. Il grafico pubblicitario lavora molto con la parte pratica del disegno vero e proprio, deve essere appassionato e creativo. Può lavorare in agenzie pubblicitarie, creando manifesti, volantini, gadget, ecc, ma anche nelle aziende, occupandosi di curare l’immagine di essa, loghi, marchi, testi e immagini.
L’arte e le doti artistiche sono quindi essenziali per un grafico pubblicitario. Degli studi artistici e una buona conoscenza della storia dell’arte sono senza dubbio un buon punto di partenza.
Ma non dobbiamo nemmeno limitarci a questo, le conoscenze informatiche e degli strumenti necessari sono tanto importanti quanto le doti artistiche. Il grafico che realizza, ad esempio, il logo di un azienda e la sua immagine da mostrare al mondo, è spesso lo stesso designer che lavora anche alla grafica del sito web.
Il lavoro deve giungere al cliente finale, ma non dobbiamo nemmeno rischiare di confondere il grafico pubblicitario con il pubblicitario vero e proprio. Quest’ultimo magari non ha nemmeno le stesse doti artistiche del designer, al quale affiderà la parte visiva del progetto, ma conosce perfettamente la psiche del cliente finale e come arrivare a colpire nel segno.
Il grafico deve conoscere, invece, la parte artistica e la parte tecnica della realizzazione delle immagini scelte, come la progettazione grafica e strutturale del sito web.
La storia della pubblicità
La grafica pubblicitaria, tuttavia, ha radici molto profonde. I primi esempi di utilizzo sono stati rinvenuti addirittura a Pompei. Al di fuori di una bottega, ad esempio, sono esposti i procedimenti di produzione della stoffa e su alcune pareti sono stati rinvenuti resti di una campagna elettorale.
Ma, ovviamente, nel tempo, la disciplina si è profondamente evoluta. Ad oggi le competenze artistiche non sono più sufficienti, tanto più che la maggior parte della pubblicità si è trasferita sul web e, in particolar modo, sui social network.
La grafica editoriale
Passiamo ora alla grafica editoriale. Ci troviamo questa volta nel mondo, ovviamente, dell’editoria, dove il lavoro si concentra nell’impaginazione di libri, giornali, riviste e cataloghi.
Il grafico editoriale lavora sul magazine o sul libro fino alla consegna in stampa. Parla con i clienti e con i pubblicisti, con i tecnici informatici e con i tipografici, accertandosi che il prodotto arrivi in stampa perfetto.
La copertina è senza dubbio l’aspetto più importante, oltre a contenere gli elementi essenziali per legge, il codice a barre, il titolo, il numero dell’edizione, la tipologia del prodotto, il prezzo, deve anche essere la presentazione perfetta per convincere il lettore.
Ma il lavoro del grafico editoriale non si limita solamente a pensare e coordinare, deve anche possedere diverse capacità tecniche, affinché tutto sia perfetto. La conoscenza di alcuni programmi, come Photoshop, Adobe Indesign, Adobe Illustrator, ecc, è essenziale. Ma anche una profonda conoscenza di vari argomenti, come i vari metodi di impaginazione, i riempitivi o le pagine romane.
Infine, ormai la grafica editoriale non è più solamente cartacea, ma anche, e soprattutto, digitale. Per questa ragione occorrono anche discrete conoscenze informatiche, sufficienti per creare una rivista online che nulla ha da invidiare a quella stampata.