Filippo Biagioli è un’artista toscano poliedrico, eccentrico, fuori dagli schemi. Negli anni ha avuto modo di farsi conoscere ed esporre diverse tipologie di creazione. Oggi scopriamo la sua opera Ziqquratu dalla Terra Santa, che rappresenta pace, vita e fraternità.
Ziqquratu dalla Terra Santa: un’opera sociale
Filippo Biagioli è un’artista contemporaneo che vale la pena di conoscere perché ha una visione del mondo aperta e particolarmente visionaria. Oggi ci racconta la sua nuova opera: Ziqquratu dalla Terra Santa. Una scultura in legno realizzata in 11 giorni.
Biagioli è partito dalla materia grezza, riciclata, da un legno che sembrava non avere più vita e utilità. L’obiettivo è dimostrare che qualunque cosa può essere rivista e rivalutata, anche il modo in cui vediamo le altre persone e i contesti sociali in cui viviamo.
Un atto artistico contro la guerra che secondo l’artista è tutta intorno a noi. Una sensazione d’odio che si propaga in maniera fisica, sociale, economica. “Non credo ci sia stato un periodo storico che abbia potuto vantare un mondo totalmente in pace, un’assenza quasi utopica, di qualsiasi tipo di conflitto.” Per questo Biagioli ha voluto lasciare qualcosa che va oltre a questo e racconta che comunque nel mondo ci sono anche uomini che cercano la pace.
Il concetto antico della piramide e della Terra Santa per raccontare la pace
“Ho avuto modo di leggere in un libro che riguardava le architetture delle città intorno all’anno mille, in cui si racconta che addirittura quando un esercito arrivava nei pressi degli insediamenti; il signorotto del paese consegnava case e cittadini all’invasore in cambio di aver salva la vita.”
Filippo Biagioli racconta una sorta di “guerra bianca” che non produce ne morti ne sangue, ma sola schiavitù. Le persone oggi come allora sono usate per mantenere o costruire interessi politici ed economici e la piramide ne è l’esempio architettonico più antico: un opera che guarda al cielo, cerca la pace, ma che per esistere deve essere costruita dal sudore degli uomini. Un sudore che spesso non viene rilasciato senza avere in cambio qualcosa, quindi il senso di pace e fratellanza di cui è simbolo la piramide, viene meno.
“Dopo tanti anni di letture, sono convinto che questa parte “oscura, violenta e difficile” che l’uomo si porta dentro sia il frutto di un meccanismo evolutivo per contenere certi equilibri naturali. Io, quando ho visto quei legni abbandonati, con quelle forme geometriche così ben definite, ho pensato subito alla Terra Santa e alla guerra che si perpetua da secoli. Quello che oggi stiamo vivendo, non è altro che l’ultimo frutto di tutto uno scontro che è molto difficile da comprendere se non sei nato in quei luoghi.”
Pensieri profondi che guardano al qui e ora…
Filippo Biagioli ha creato un’opera che è del nostro tempo pur venendo dal passato.“Non sono le religioni a farsi la guerra, sono gli uomini con la scusa delle religioni, a farla.” Questa frase, detta all’artista da un suo amico della comunità Musulmana racconta in poche parole il concetto di Ziqquratu.
Proprio per questo Biagioli ha voluto raccogliere i legni abbandonati e dargli nuova vita nella sua piramide: perché nonostante tutto dipende tutto dall’uomo, che può vedere oltre l’odio e amare il prossimo.
“Come il mio amico Marco Riccomini, scrittore, che in un giorno di bufera che stava per distruggere la mia opera è venuto ad aiutarmi abbandonando il suo lavoro per proteggere il mio. Tra artisti non corre spesso buon sangue, ma questo dimostra che la pace esiste e può essere trovata anche nell’amicizia delle persone che credono in ciò che fai al di là di tutto”.