Nel campo del graphic design il Giappone si è consolidato con una reputazione unica al mondo. Forse perché la grafica giapponese emana un senso di pulizia e freschezza senza eguali. Scopriamone le caratteristiche.
Grafica Giapponese, arte del dopoguerra
La grafica giapponese ha iniziato a svilupparsi successivamente al dopoguerra. L’arte pittorica in genere in Giappone ha 3 fasi: quella del dopoguerra che va dal 1950 al 1980, quello che viene detto il decennio d’oro – quello degli anni ’90 – e il periodo attuale, ovvero il XXI secolo.
Questi periodi artistici hanno influenzato i designer giapponesi che con il loro lavoro comunicano da sempre tutta la profonda sensibilità estetica che pervade il Giappone.
Si tratta di una capacità di analizzare le molteplici radici culturali presenti nella terra del Sol Levante. Affiorano spesso collegamenti a temi di grande richiamo nella cultura giapponese come quello del wabi sabi o della cerimonia del tè, denominato chanoyu.
Altri si ispirano proprio all’arte pittorica dello Yamatoe e delle celebri stampe della tradizione Ukiyoe. Insomma, dallo zen ai più attuali manga.
Semplicità e bidimensionalità
Il segreto del successo della grafica giapponese sta nella semplicità e nell’utilizzo della bidimensionalità. Aspetti che nel loro insieme possono anche dimostrare la complessità di questo tipo di grafica che ha la capacità di rinnovarsi continuamente.
La progettazione della grafica giapponese è una vera e propria cultura fatta di dinamismo e continua evoluzione. I grafici che si legano a questo mondo molto affascinante sperimentano e mixano elementi diversi.
Potremmo quasi dire che la grafica giapponese rimescola elementi del passato con forme geometriche di base minimaliste, quasi ogni volta voglia ripartire da zero. Ci sono costanti tecniche e soluzioni grafiche di base che rappresentano il terreno di coltura sul quale poi far crescere progetti nuovi e stili inediti.
I 3 stili base della grafica giapponese
Per identificare meglio gli aspetti di questo tipo di grafica, abbiamo deciso di mostrarvi 3 degli stili di base della grafica giapponese.
Il primo, più classico, è l’effetto pennellata. La calligrafia giapponese si chiama Shodo e vede l’uso dei pennelli come la tecnica basilare per realizzare segni e disegni sul foglio. C’è un tipico effetto ricorrente in questo stile, dove l’azione del pennello converte i segni in gesti di colui che scrive a mano.
La calligrafia per il Giappone è un arte, forse anche per questo il segno grafico il stile pennellata è entrato a far parte della grafica giapponese contemporanea come elemento attivo simbolo della comunicazione diretta che veicola lo spettatore al suo animo più profondo.
Cute Culture
Questo stile è quello che noi occidentali chiamiamo “cartone animato”. Solo che nel caso del Giappone si tratta di una vera e propria cultura artistica, fatta di personaggi buffi, teneri, carini: in una parola “cute”.
Anche se nel mondo occidentale questo tipo di stile è proprio quasi solo ed esclusivamente dell’universo infantile, per il Giappone il Kawaii è un aspetto che permea praticamente ogni cosa: campagne pubblicitarie, filmati, packaging, addirittura i messaggi istituzionali.
Un vero e proprio anello di congiunzione che si trasforma in elemento comunicativo e che aggancia il cliente o la figura ricevente dell’immagine creando un legame con il bambino che è in lui.
La grafica giapponese utilizza tantissimo questo tipo di stile perché lo considera una via preferenziale di comunicazione che colpisce l’occhio e la mente, rilasciando anche endorfine, ovvero quelle sostanze chimiche rilasciate dal nostro corpo quando ci emozioniamo o eccitiamo e che ci fanno stare bene.
Mix di Caratteri
Come abbiamo accennato sopra, la grafica giapponese commistiona modernità e tradizione. Questo mix di caratteri fa si che i due elementi si mescolino senza mai annullarsi completamente a vicenda.
Un esempio? L’utilizzo degli ideogrammi affiancati a caratteri romani che in questo modo non vengono più percepiti come mero testo, ma come veri e propri elementi grafici che esaltano la visione d’insieme. Un esempio come questo dimostra quanto la grafica giapponese possa essere interessante e stimolante da un punto di vista visivo perché con elementi noti a tutti crea sempre qualcosa di nuovo.