Ci sono brand che non hanno bisogno di altre spiegazioni se non il proprio nome. Basta nominarli e sai esattamente cosa fanno. C’è molto molto di più dietro un semplice nome. Alcuni di quei naming sono diventati sinonimo di un prodotto, e non solo del proprio personale brand. Scegliere il nome non è affatto semplice, esso può fare la differenza tra il successo e la disfatta. Cos’è il naming? Ve lo raccontiamo attraverso la storia di alcuni dei brand più famosi. Per sentire fino in fondo il vero potere del nome.
Cos’è il naming?
Letteralmente naming vuol dire “denominare”, ma nel marketing e nella costruzione di un brand il naming è uno studio approfondito che porta alla scelta del nome dei prodotti, dei servizi e della stessa impresa.
La scelta del nome è di fondamentale importanza. Esso arriva alla fine di attente valutazioni, volte a disegnare l’immagine che si vuole dare di sé, dell’impresa e dei singoli prodotti e servizi. Non è solo una parola, ma il nome sarà fondamentale per mostrarsi al mondo. Intorno ad esso si costruisce l’intera storia del prodotto e di tutta l’azienda.
Tutto ciò è il naming power, l’incredibile potere che si nasconde dietro al nome. Non è difficile capire quali nomi sono stati una scelta vincente. È sufficiente nominarli e non hanno bisogno di presentazioni. C’è un enorme potere attrattivo dietro al semplice susseguirsi delle lettere. Ma dobbiamo sapere che dietro c’è tutta una storia che magari non conosciamo. Un incredibile ammasso di scelte e decisioni, di discussioni e riflessioni. Tutto ciò che ha portato a scegliere quel nome anziché un altro.
E alcuni dei brand più famosi sanno bene cosa il naming power, sanno bene che devono essere riconoscenti a quel piccolo e semplice nome che racconta la loro storia. Ecco alcune di quelle storie, cosa si nasconde dietro al nome dei brand di successo?
I biscotti Ringo
Non possiamo non conoscere i biscotti Ringo. Morbida crema al latte o al cioccolato, racchiusa tra due biscotti bicolore, uno alla vaniglia e l’altro al cacao. Nel tempo in molti hanno “ricopiato” l’incredibile formula segreta del doppio biscotto. E molti ne esistevano già prima che uscissero i Ringo. Eppure nessuno ha avuto lo stesso successo.
Cosa vuol dire, però, la parola Ringo? Cosa c’è dietro quel nome che è diventato l’emblema del biscotto con la doppia cialda?
Innanzitutto sapete che i Ringo sono stati creati dalla stessa persona che ha creato i Pavesini? Era da tempo che Mario Pavesi stavo pensando di affiancare un altro biscotto ai suoi pavesini. Un tipo di biscotto che avrebbe attivato dei consumatori più giovani.
Fu dopo un viaggio negli Stati Uniti nei primi anni ’60 che arrivò l’illuminazione. Per attirare i giovani ci voleva un nome che conoscevano già molto bene e che gli ricordasse ciò che essi amano di più. Come il batterista della band più seguita in quel momento: Ringo, appunto, dei Beatles. Non a caso la pubblicità di lancio fu: Ringo Boys, nuova musica per il palato.
La storia del naming di Google
Possiamo affermare che tutti sappiano con chiarezza cosa sia un motore di ricerca? Probabilmente no, ma indiscutibilmente tutti sanno cosa è Google, perché alla fine sono la stessa cosa.
Ma la storia che si nasconde dietro il suo nome, tuttavia, è davvero incredibile. Si perché Google è, in realtà, nato come Googol!
Googol è un termine coniato nel 1938 ed indica un 1 seguito da 100 zeri. A Larry Page e Sergey Brin esso sembrava perfetto per indicare la vastità del web. Eppure al momento della registrazione hanno commesso un errore. Avete capito bene, due dei più grandi informatici di tutti i tempi hanno commesso un semplicissimo e banale errore di battitura.
Ma quando se ne sono accorti era troppo tardi. Il motore di ricerca più famoso del mondo era già nato e non si chiamava Googol, ma bensì Google, il cui naming non ha assolutamente bisogno di ulteriori presentazioni.
Ikea
Finiamo con la storia del naming di quello che è diventato sinonimo di arredamento scandinavo a basso costo: Ikea. Ma cosa vuol dire Ikea? È una qualche parola della lingua scandinava? Assolutamente no, ma il proprietario doveva districarsi attraverso un problema complicato durante la scelta del nome dell’azienda: la sua dislessia.
Serviva un nome che non avesse bisogno, quindi, di ulteriori spiegazioni, ma che al suo interno racchiudesse tutta la cultura scandinava.
Ikea è l’acronimo di Ingvar Kamprad, le iniziale del fondatore, anche se è ormai conosciuto in tutto il mondo come il Signor Ikea, Elmtaryd, il nome della fattoria dove è cresciuto, e Agunnaryd, il proprio villaggio natio.