Inchiostrazione non vuol dire semplicemente ripassare un disegno a matita con un pennarello o con la china. Al contrario, si tratta di una forma d’arte molto particolare. Ed è sbagliato considerare l’inchiostro solo un fronzolo o un abbellimento.
Al pari del disegno a matita, l’inchiostrazione esprime la personalità dell’artista che c’è “dietro” il pennino. Con la china si possono delineare volumi e spazi per ottenere un maggiore impatto emotivo. Inoltre l’inchiostro è fondamentale per evocare atmosfere e comunicare pathos.
Basti pensare al mondo del fumetto, che proprio grazie all’inchiostrazione trasporta il lettore nelle realtà più diverse. Le pianure sconfinate di Tex Willer, il mondo fantascientifico dei supereroi Marvel o la cupa Gotham City di Batman… Siete davvero convinti che senza l’inchiostro vi trasmetterebbero le stesse emozioni?
Strumenti per l’inchiostrazione
Esistono numerosi strumenti disponibili per un’inchiostrazione di qualità. Un tempo si utilizzavano prevalentemente i pennini, da intingere nell’inchiostro liquido. In alternativa si poteva optare per pennelli particolarmente sottili. Successivamente è stato il turno delle penne a china.
Queste penne sono ancora oggi un’ottima soluzione per chi vuole impratichirsi. Potremo fare pratica di inchiostrazione finché non avremo acquisito manualità. Per poi passare, in un secondo tempo, ai pennelli.
Le penne a china sono particolarmente versatili per chi è alle prime armi. Infatti è possibile scegliere fra i diversi tipi di calibro della punta. Si va dalle più sottili, solitamente inferiori a 0,1 mm, a quelle da 0,8 mm. Acquistando diverse tipologie di penne potremo ottenere particolari effetti grafici e prospettici. Ci basterà usare i pennini più sottili per i dettagli e le rifiniture. Viceversa, un tratto più spesso scolpirà i contorni e le distanze fra gli oggetti.
Finché non ci saremo impratichiti a variare la densità del tratto, ricorrere a penne diverse ci aiuterà a ottimizzare tempo e risorse.
Inchiostrare in digitale
E se invece inchiostro, pennini e penne a china proprio non fanno per noi? Allora forse ci troveremo a nostro agio con l‘inchiostrazione digitale. Ma come funziona questa tecnica?
L’inchiostro può essere simulato artificialmente. Ci occorre solo una tavoletta grafica e un set di pennelli di precisione. Ma non solo. Infatti, con Photoshop potremo replicare qualsiasi effetto che si ottiene con l’inchiostrazione tradizionale.
Dalle campiture più ampie ai tratti più sottili. E poi ancora i retini, le marezzature, le linee cinetiche; è tutto a portata di stilo.
I pennelli digitali da inchiostro hanno di solito un tratto molto netto e deciso. Come con la china vera e propria, occorre manualità ed esercizio. Con il tempo, però, impareremo a inchiostrare le nostre tavole senza sbavature. Il vantaggio di questo tipo di inchiostrazione è che è molto più facile rimediare a eventuali errori!
Con la china e l’inchiostro sarebbe infatti necessario ricorrere o a campiture bianche o a colorazioni in extremis. Al contrario con l’inchiostrazione digitale basterà cancellare il tratto e ripartire da dove si preferisce.
Tecniche di inchiostrazione
Vediamo adesso le tecniche più diffuse per l’inchiostrazione.
Il tratteggio conferisce immediatezza e aiuta a scolpire efficacemente i volumi in maniera molto plastica. Si ottiene tracciando una serie di linee parallele che si assottigliano sempre più avvicinandosi alla fonte di luce. Nelle aree in cui l’ombra deve essere fitta, le linee andranno a incrociarsi. La direzione e il senso del tratteggio devono adattarsi alla forma degli oggetti inchiostrati. Soprattutto, teniamo sempre a mente la direzione della luce!
L‘inchiostrazione con ombre piene è molto utilizzata nell’ambito dei fumetti supereroistici. Ma non solo. E’ infatti ideale per i riflessi metallici di superfici lisce. In questa tecnica i volumi sono scolpiti attraverso l’uso di aree di inchiostro ben definite ed estese. Nel caso di un supereroe come Hulk, potremo servirci delle ombre piene per enfatizzare la muscolatura poderosa del torso e delle braccia. Daremo così l’idea che la luce si rifletta sui muscoli mettendoli in rilievo.
L’inchiostrazione colorata è molto comune soprattutto nell‘arte digitale, e conferisce maggior realismo al tratto. La principale differenza è che l’inchiostro non sarà nero ma di una sfumatura più scura rispetto ai colori dell’oggetto o del personaggio. In questo modo i bordi appaiono più tenui, meno “artificiali”. E’ particolarmente indicata per colorazioni molto complesse e iperrealistiche.
I retini sono invece tipici dell’inchiostrazione giapponese e dei manga. Si basano sui retini da stampa, utilizzati in tutte le pubblicazioni cartacee. Si applica una serie di puntini a uguale distanza in un’area vuota del foglio. Cambiando le dimensioni e la grana, si ottengono effetti grafici particolari, dal chiaroscuro alle sfumature.