La prospettiva è uno strumento indispensabile, sia per gli artisti tradizionali che per chi pratica l’arte digitale. Solo servendosi di queste regole per la costruzione prospettica si potranno ottenere immagini realistiche. O, quantomeno, verosimili!

Pensiamo ad esempio alle inquadrature d’azione del fumetto. In questo caso non è ovviamente necessario che il disegnatore sia un architetto. Però le prospettive dovranno comunque avere una loro verosimiglianza, una parvenza di realtà. In questo modo il lettore potrà calarsi nell’ambiente su cui si muovono i personaggi. L’interazione sarà più realistica, anche se lo scenario è fantascientifico oppure distopico.

Dal lato opposto troviamo, invece, il realismo ricercato ad esempio dai paesaggisti. Anche in questo caso, il risultato finale non potrà prescindere da una conoscenza approfondita della prospettiva. Altrimenti il risultato definitivo rischierebbe di discostarsi parecchio dalla realtà! Infatti la prospettiva è connaturata alla percezione umana del mondo che ci circonda. Quando spostiamo lo sguardo attorno a noi, ciò che vediamo è in prospettiva.

Ma come riprodurre su carta, o su tele digitali, la corretta prospettiva di ambientazioni, oggetti di scena e personaggi? Esistono delle tecniche artistiche specializzate per ottenere effetti il più possibile realistici. Come vedremo, la prospettiva cambia notevolmente se osserviamo un campo sconfinato che si estende davanti a noi, o se ci troviamo al crocevia di un trafficatissimo snodo urbano.

Scopriamo quindi quali e quanti tipi di prospettiva esistono e come realizzarli!

Il punto di vista e il punto di fuga

Prima di addentrarci nella costruzione della prospettiva, ci occorrono le basi per capire come quest’ultima funziona.

La prospettiva (e la costruzione prospettica) ha due concetti cardine. Il primo riguarda il punto di vista; si tratta del livello dove si trovano gli occhi dell’osservatore.

Punto di fuga e punto di vista
Tramite la gestione di punto di vista e punti di fuga si possono realizzare lavori anche molto complessi

Questo punto cambia a seconda della posizione in cui si trova l’osservatore. Ovvero a che distanza dall’oggetto osservato ma anche da che altezza. La scelta del punto di vista influenzerà fortemente l’aspetto delle creazioni in prospettiva.

Se per esempio il punto di vista è più basso dell’oggetto, sarà visibile la parte inferiore di quest’ultimo. Invece, se il punto di vista è più alto, l’oggetto apparirà visto dall’alto in basso. La scelta del punto di vista è fondamentale, ancora prima di iniziare la costruzione prospettica.

L’altro aspetto che non può mancare è il punto di fuga, o punto di fuoco. Si tratta del limite massimo a cui può spingersi l’occhio. Quel punto, cioè, oltre il quale tutte le linee parallele sembrano convergere in un’unica direzione.

Il punto di fuga corrisponde sempre all’orizzonte, anche quando quest’ultimo non è visibile. Prolungando idealmente le rette che compongono un’immagine, si arriva comunque a un punto in cui esse si intersecano. Abbiamo trovato il nostro punto di fuga!

La prospettiva a un punto

La prospettiva a un punto è solitamente ritenuta una delle più “semplici”. Tuttavia deve comunque essere realizzata con cura per ottenere risultati credibili.

In questa tipologia di prospettiva, tutte le rette convergono verso un unico, identico punto di fuga. Per visualizzare come funziona la prospettiva a un punto, l’esempio più classico è quello della strada di campagna che si perde all’orizzonte.

La prospettiva a un punto
Come funziona la prospettiva a un punto

Ancora più calzante è l’esempio dei binari di un treno. In questo caso riusciamo a visualizzare le linee parallele, rappresentate dai binari, che raggiungono un medesimo punto di fuga. Le linee verticali inoltre si restringono sempre di più, formando degli angoli acuti, maggiore è la loro vicinanza al punto di fuga.

Per realizzare la prospettiva a un punto, tracciamo la linea dell’orizzonte, corrispondente al punto di fuga. Quindi cominciamo a tracciare tutte le rette che da esso si dipartono, in base a quelli che sono gli elementi scenici. Come i binari della ferrovia di cui parlavamo prima, ma anche eventuali costruzioni, alberi o perfino personaggi.

Questa prospettiva è definita anche centrale o parallela, perché il punto di fuga è posizionato al centro esatto dell’immagine.

Quando i punti di fuga sono due

Come si costruisce una scena o un oggetto quando i punti di fuga sono due? In questo caso si parla di prospettiva angolare oppure obliqua.

Le linee parallele che compongono l’immagine si dirigono verso due diversi punti di fuga. Inoltre, questi ultimi non coincidono più con il punto di vista. Restano però sempre alla stessa altezza di quest’ultimo, corrispondente alla linea dell’orizzonte.

La prospettiva a due punti di fuga
La prospettiva angolare, perfetta per gli scorci urbani

La prospettiva a due punti può sembrare più complicata ma, in realtà, è anche quella più affine alla nostra esperienza.

L’esempio più calzante è rappresentato da un libro; in questo caso il taglio delle pagine rimanderà a un punto di fuga e il dorso si allineerà con il punto di fuga opposto. Uno dei due punti può inoltre trovarsi al di fuori dell’area raffigurata.

Per realizzare una prospettiva angolare, partiamo sempre tracciando la linea dell’orizzonte e stabiliamo dove si trova il punto di vista. Procediamo quindi a tracciare il primo punto di fuga e facciamo partire da esso una linea verticale che rappresenterà “l’angolo” di riferimento. A quel punto colleghiamo il punto di osservazione al secondo punto di fuga; noteremo che uno dei due è più lungo dell’altro, maggiore è la distanza dall’oggetto osservato.

La prospettiva a più punti, quando si usa?

Esistono poi altri tipi di prospettiva, come quella a tre punti. In questo caso oltre ai due punti di fuga laterali ne è presente un terzo, vericale, che segna la direzione in cui l’immagine “svanisce” in altezza.

Questa prospettiva è utilizzata, per l’appunto, in immagini con un enorme stacco prospettico tra il suolo e il punto di vista.

L’esempio più comune è quello del grattacielo visto dall’alto, che “svanisce” tanto più si allontana verso terra – per effetto della distorsione prospettica.

Distorsione prospettica
Con tre punti di fuga, la distorsione prospettica suggerisce l’altezza vertiginosa degli edifici

Ma la prospettiva a tre punti si può utilizzare anche in contesti più ordinari, ad esempio per conferire l’idea che un personaggio incomba su un altro, o suggerire un baratro che si apre all’infinito.

Altre prospettive, come il grandangolare o altre distorsioni, possono essere utilizzati per particolari effetti scenici e spettacolari.

 


Privacy PolicyCookie Policy