Alle basi di qualsiasi arte visiva, che essa sia la pittura, la grafica o la cinematografia, ci sono i colori. I colori sono essenziali per trasmettere un’emozione, con essi si può parlare e si possono mostrare i sentimenti più profondi senza bisogno di parole. Ogni colore scatena dentro chi lo osserva un’emozione diversa e se usati alla perfezione possono trasmettere la vera essenza dell’intera opera.
Ma la questione su cui in moltissimi nel corso degli anni si sono soffermati è la percezione dei colori, la nostra visione di essi. Come vediamo i colori e perché sono in questo modo? Appaiono così ai nostri occhi, ma in realtà sono differenti.
Non è facile dare una spiegazione alla visione dei colori né dal punto di vista artistico né, tanto meno, da quello medico. Eppure c’è chi negli anni ci ha provato. La prima teoria accettata e riconosciuta sulla visione dei colori è quella di Thomas Young e Hermann von Helmholtz.
Come è fatto l’occhio e come vede i colori?
Ovviamente prima di dare una spiegazione sulla visione dei colori, bisogna capire come è fatto l’occhio, l’organo che per primo vede, analizza e trasmette le informazioni sulle immagini e sui colori.
Il nostro occhio è formato dalla retina, un complesso intreccio di vasi sanguigni, il quale dispone di due fotorecettori: i coni, per la visione diurna, e i bastoncelli, per la visione notturna.
Nonostante i bastoncelli siano estremamente più sensibili dei coni non riescono a percepire moltissime informazioni riguardanti i colori. Privati di una radiazione luminosa, infatti, gli occhi riescono a percepire solamente la tinta della notte e dell’oscurità, buie sfumature di grigio, blu e verde. La tinta della notte trasmette una sensazione di angoscia o addirittura morte, a differenza della miriade di sfumature allegre e vitali della tinta del giorno, illuminata costantemente dalla luce.
Quando subentra la luce i coni entrano in funzione, permettendoci di percepire una vasta quantità di colori. L’essere umano ha ricevuto l’immenso dono di vedere i colori, potenzialità che è, invece, stata negata alla maggior parte degli altri esseri viventi, ad eccezione di uccelli, rettili e pesci. D’altro canto non siamo nemmeno la specie con più sensibilità ai colori. Alcuni rettili, ad esempio, possono vedere anche le radiazioni infrarosse.
La prima ipotesi di Young
Ma cos’è il colore? Anche se è trasmesso attraverso la luce, il colore non si genera all’esterno dell’occhio, ma al suo interno. La luce di per sé non è colorata. Partendo dalla consapevolezza che la luce non è di nessun colore, Young fu il primo a ipotizzare che i colori si generino nella connessione tra l’occhio e il cervello.
Young partì dalla teoria di Newton, secondo la quale ad ogni lunghezza d’onda corrisponde un colore diverso. Arrivò poi a presumere che i colori fondamentali siano tre, il rosso, il verde e il blu, e che quindi all’interno dell’occhio ci siano tre tipi di coni, ognuno per ogni colore fondamentale.
Tale teoria fu, successivamente, confermata dalla scienza. All’interno dei nostri occhi ci sono tre tipi di coni: uno per lo spettro di colori del rosso, uno per quello del verde e un ultimo per quello del blu.
Il contributo di Helmholtz
Tuttavia Young non lasciò scritto molto sulle sue teorie. A continuarle e perfezionarle ci pensò Helmholtz. A lui è attribuito l’aver spiegato nel dettaglio il processo che avviene tra l’occhio e il cervello, ipotizzato da Young.
In ogni istante l’occhio invia al cervello una tripletta di segnali, uno per ogni cono e quindi colore fondamentale. Il colore risultante sarà quello relativo alla precisa mescolanza dei tre.
Tuttavia ci sono ancora molte domande senza risposta che non rendono la teoria di Young e Helmholtz perfetta al 100%. La teoria, infatti, non dimostra come un foglio bianco e un foglio grigio sotto una luce brillante non appaiono identici. O di come il giallo sotto una luce fioca appaia marrone, ma il marrone, anche se illuminato, non sembrerà mai giallo.
Il nostro sistema visivo è complesso e misterioso e non vi sono ancora teorie che ne spiegano al 100% il funzionamento della percezione dei colori. Un meccanismo incredibile e perfetto che nasconde in invisibili interconnessioni il segreto dei colori.