Che cos’è la pubblicità? Potremmo dire che la pubblicità ci invoglia a comprare un bene o un servizio, ma in realtà non è solo questo. La pubblicità è forse il mezzo comunicativo più potente che esista. Essa “informa, persuade, seduce il pubblico ed è ritenuta corretta se fidelizza l’utente finale in base a principi civili e umanizzati”. La pubblicità non vuole vendere, ma informare. Ma che cosa è la pubblicità informativa e perché è così importante?
La pubblicità
Solitamente la pubblicità è usata dalle imprese per vendere i propri prodotti o servizi, raggiungendo in modo chiaro e diretto i potenziali clienti. Ma se andiamo ad esaminare l’etimologia della parola pubblicità scopriremo che essa è usata erroneamente e grossolanamente e non con la sua reale natura etica e trasparente.
Perché pubblicità viene da pubblico e riguarda, quindi, il popolo e popolazione, e originariamente essa ha lo scopo puro di informare il pubblico.
Oggi il suo scopo originario è andato dimenticato, se non per poche campagne pubblicitarie informative, per il resto è vista come una cosa negativa e invasiva.
Che cos’è la pubblicità informativa
La pubblicità informativa, a differenza della normale pubblicità commerciale, ha lo scopo preciso di informare, di dire la verità, senza trucchi da prestigiatore che ci fanno credere che quel prodotto specifico è il nostro desiderio più grande.
Quindi, la pubblicità informativa tralascia la parte emotiva per concentrarsi sui fatti. Evidenzia i pregi e i difetti di un prodotto o informa il popolo su una particolare problematica. Tra le pubblicità informative più famose del mondo vi sono, ad esempio quelle che sensibilizzano l’opinione pubblica sui rischi del bere e del fumo.
La pubblicità sociale
Oltre alla pubblicità commerciale troviamo la pubblicità pubblica e la propaganda politica e, infine, la pubblicità sociale, che più si addice alla categoria della pubblicità informativa.
La pubblicità sociale è improntata per sensibilizzare l’opinione pubblica su quelle che sono le problematiche attuali morali e civili che riguardano l’intera comunità, che in alcuni casi corrisponde all’intera razza umana.
In Italia le pubblicità informative con carattere sociale più importanti sono state: “Il verde è tuo. Difendilo”, “Chi fuma avvelena anche te. Digli di smettere”, “AIDS. Se lo conosci lo eviti, se lo conosci non ti uccide”, “Chi si droga, si spegne”. Tutte campagne volte a tutelare la salute della popolazione e a informare sui rischi che si corrono a perseguire con determinati atteggiamenti.
Ovviamente a queste campagne se ne aggiunge un’ultima, quella che sta rimbalzando su tutti i mass media negli ultimi due mesi e maggiormente nelle ultime settimane: “Come prevenire il contagio da Covid-19”. Pubblicità che conosciamo ormai tutti, spot che ci insegnano come tutelarci, come evitare al minimo il rischio del contagio, che cercano di farci capire quanto i nostri comportamenti hanno un impatto importante sull’intera comunità.
Quindi, la pubblicità informativa non vuole venderci niente. Non vuole venderci le sigarette, ma farci capire quanto male faccia il fumo. Così come nessuno vuole fare propaganda politica, ma semplicemente spiegare a tutti come tutelare la salute dei cittadini.