Martin Parr è stato un fotografo di fama mondiale che da sempre ha affascinato il suo pubblico con una visione satirica ed inquisitiva del mondo. Lo trovate in mostra al Mudec di Milano fino al 30 giugno. Vediamo insieme l’opera di questo maestro britannico dello scatto e perché visionare la mostra.

Martin Parr: uno sguardo sincero sulla società contemporanea

Britannico di nascita, Martin Parr È stato un fotografo di fama mondiale le cui fotografie hanno dato modo allo spettatore di aprire una vera e propria finestra su panorami spesso trascurati della società contemporanea.

Il suo era uno sguardo sincero e spesso ironico su ciò che lo circondava. L’obiettivo della sua opera è stato quello di creare una visione satirica ed inquisitiva del mondo.

Martina parr mostra mudec milano
Cannes, France, 2018 Commissionato da Gucci / Commissioned by Gucci

Ed è proprio questo che avrete modo di vedere fino al prossimo 30 giugno presso il Mudec di Milano (Museo delle Culture, via Tortona, 56 – 20144 Milano). Una mostra, curata con attenzione a dettaglio, che vi offrirà una panoramica completa della carriera del fotografo dalle sue primissime opere fino ai suoi progetti più recenti. Un viaggio attraverso le sue fasi di evoluzione artistica per mettere in luce il suo stile visivamente estremo e audace.

La mostra nel dettaglio

Scopriamo ora più nello specifico la mostra di cui vi stiamo parlando a cura proprio del fotografo protagonista (Martin Parr) in collaborazione con Magnum Photos. 

Non è la prima volta che il Mudec collabora con Magnum Photos con progetti di reportage e documentari. “Martin Parr. Short and Sweet” è solo una delle più grandi mostre dedicate ad uno dei più famosi fotografi documentaristi del mondo britannico.

Come abbiamo accennato, quello che vedrete è un excursus del lavoro di Parr a partire dai suoi primi lavori in bianco e nero fino alle cosiddette “vite da spiaggia”. Un progetto espositivo ricco di immagini appositamente selezionate dall’autore per condurre lo spettatore verso una visione senza filtri e fuori dalla retorica del mondo occidentale.

Le immagini di Martin Parr catturano e coinvolgono

Gli scatti di Martin Parr sono taglienti e realizzati con pungente sarcasmo: il suo tratto distintivo è infatti proprio l’utilizzo di ironia e umorismo in immagini che catturano momenti comici o inaspettati e offrono uno sguardo critico e al tempo stesso molto divertente sulla vita quotidiana di ognuno di noi.

Parr da sempre cerca di osservare la società contemporanea oltre le righe, in modo da smascherare la realtà dell’animo umano dietro ai suoi atteggiamenti più contraddittori.

Audace e distintivo, il fotografo britannico ha un talento unico nel trovare la bellezza al di fuori delle situazioni più classiche. Riesce infatti a vedere il bello nelle situazioni più banali trasformando momenti che adocchio nudo possono sembrare ordinari in vere proprie opere d’arte fuori dal comune.

Oltre l’estetica distintiva

Quello che la mostra di Martin Parr al Mudec vuole mostrare è che l’autore possiede un occhio critico che va ben oltre la sua estetica distintiva.

Le fotografie scelte per la mostra infatti vanno ad esplorare temi come il consumismo, il turismo di massa, le disparità sociali e la globalizzazione in modo da mettere lo spettatore di fronte ad una realtà schietta e provocatoria.

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New Brighton, England, 1985

Una delle serie più iconiche di Parr – di cui alcuni scatti sono presenti alla mostra al Mudec – è sicuramente “The Last Resort”, che documenta la vita quotidiana dei vacanzieri nella città inglese di New Brighton. Le immagini di questa serie sono crude e senza compromessi, mostrando la decadenza e la monotonia della vita quotidiana in un luogo una volta fiorente. Tuttavia, attraverso gli occhi di Parr, anche questa realtà apparentemente grigia diventa vibrante e piena di significato.

Il noto fotografo non ha però esplorato solo la vita quotidiana dei suoi concittadini britannici. Il suo lavoro l’ho portato in tutto il mondo e ovunque è andato è riuscito a portare con sé il suo sguardo unico e la sua sensibilità ironica riducendo lo spazio che c’è tra chi scatta e chi viene ritratto, catturando l’essenza della cultura locale in modo sorprendente e rivelatore.


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