La forza di un brand punta sulla riconoscibilità della propria immagine, in particolare sul proprio logo. Questo infatti deve essere evocativo e immediatamente collegabile al brand. Proprio su questo aspetto alcuni artisti si sono divertiti creando dei mashup tra brand in cui mescolano, uniscono e ricreano loghi e packaging che giocano con marchi famosi in tutto il mondo. Il bello di questi esperimenti è proprio il fatto che è possibile riflettere e capire quanto i marchi famosi e i loro loghi si siano insidiati nella nostra mente.

Il logo è un disegno o una scritta in grado di comunicare immediatamente e univocamente l’identità di un’azienda o di un servizio. Un logo consolidato riesce a richiamare subito la fiducia del consumatore e a sviluppare la familiarità necessaria all’acquisto. Dovrebbe essere sempre riconoscibile, forme e colori sono infatti al servizio del brand, per creare un segno distintivo.

Ma cosa succederebbe se loghi e packaging si scambiassero, creando un oggetto nuovo e un po’ ambiguo? Riconosceremmo comunque subito il marchio? Oppure rimarremmo in dubbio sula natura del prodotto che abbiamo davanti?

L’esperimento di mashup tra brand

Su questo concetto ha lavorato l’artista egiziano Ahmed Morshedi, creando un progetto di design sperimentale, giocando apertamente con la fidelizzazione dei consumatori con i brand più famosi. Ha mescolato loghi e packaging creando un po’ di confusione tra i potenziali consumatori. La cosa curiosa è che in alcuni casi il mashup è riuscito talmente bene che il packaging potrebbe potenzialmente essere realizzato. Pensate al tubo di Nutella da spremere direttamente su una bella fetta di pane (non certo sullo spazzolino), non sarebbe un’idea interessante? Oppure le patatine della Pepsi, vendute assieme alla bibita per accompagnare un bel film al cinema?

Mashup tra brand
Il tubo della Nutella è credibile e potrebbe essere commercializzato

In questi casi il logo è talmente radicato nella nostra testa da non destare neanche troppi dubbi che si tratti solo di una variante del prodotto originale, come nel caso del ketchup giallo della Heinz, solo se si legge bene l’etichetta si trova l’errore e si capisce che si tratta di un’improbabile aranciata. Al contrario, nel caso del logo di McDonald, l’immaginario dell’hamburgher e patatine associato al brand permette di capire subito come non sia possibile che McDonald abbia prodotto dei chewing gum.

Mashup tra brand
L’artista propone diversi mashup giocando con prodotti differenti rispetto a quelli del brand

Un’osservazione da fare è anche come i marchi dei brand più famosi siano così profondamente ancorati ai nostri ricordi da essere immediatamente riconoscibili anche in situazioni alterate. A nessuno infatti verrà il dubbio che sia per esempio un’azienda con un logo simile che ha però realizzato un prodotto completamente diverso. Ma il lavoro dell’artista non era rivolto solamente a giocare su questi aspetti più legati al marketing. Morshedi voleva sottolineare quanto pensare fuori dagli schemi sia importante, anche per le grandi aziende. Quando si ha un logo e un brand molto forte a volte ci si può ritrovare quasi limitati alla creatività, pur di cercare di non alterare l’immagine del brand stesso. Quindi l’artista fa una sorta di appello ai creativi e ai designer ingaggiati dai brand per liberare la loro fantasia.

Altri esperimenti

Ma Morshedi non è l’unico artista ad aver giocato con marchi e packaging. Il designer moscovita Ilya Kalimulin, in passato, si era divertito a creare mashup tra brand e oggetti simili ma opposti, alludendo significati sottesi e ironici. Nascono così la sacca di sangue Heinz, il profilattico Kinder Surprise, le pallottole M&M e le sigarette Lipton.

Mashup tra brand
Prodotti surreali che fanno pensare

Anche in questo caso non è solo questione di divertirsi e ironizzare sui brand famosi, ma anche uno spunto di riflessione.


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