A Roma, presso il Museo Storico della Fanteria, prende vita la mostra: “Mirò. Il costruttore di sogni”, dal 14 settembre 2024 al 23 febbraio 2025. Scopriamolo insieme.
Chi è Mirò
Mirò è stato uno dei maggiori artisti del ‘900, esponente della corrente surrealista. Insieme a Picasso e Dalì forma il trittico di artisti spagnoli che hanno cambiato il corso della storia dell’arte.
Joan Mirò è stato un pittore, scultore e ceramista spagnolo, tra i massimi esponenti del surrealismo. È nato a Barcellona, nel 1893, ed è venuto a mancare nel 1983 a Palma De Maiorca.
Il critico d’arte Andrè Breton lo definì: “il più surrealista di noi tutti”. Mirò, infatti, ha utilizzato spesso parole rudi per definire la pittura convenzionale, esprimendo il suo disprezzo per essa e spiegando come il surrealismo fosse l’uccisione, l’assassinio o lo stupro della pittura stessa.
La vita artistica dell’artista fu segnata da diversi incontri, come quello con Pablo Picasso, a Parigi, nel 1920.
Mirò. Il costruttore di sogni – la mostra
Se vogliamo immergerci nel mondo surreale di Joan Mirò non ci resta che visitare la mostra che ha da poco più di un mese preso vita a Roma: Mirò. Il costruttore di sogni.
Ci troviamo nel Museo Storico della Fanteria, all’interno di un edificio in stile liberty, dove vi sono 35 sale e 5 gallerie. Al suo interno troviamo aree dedicate alle mostre temporanee, come nel caso della mostra di cui stiamo parlando, e aree dedicate alle esposizioni permanenti.
Nell’esposizione permanente troviamo armi, uniformi, bandiere, cimeli, documenti, plastici, sculture e quadri relativi alla Fanteria.
La mostra di Mirò racconta la vita dell’artista attraverso un’interessante selezione delle sue opere, cercando di lasciar trapelare dalle immagini, le sensazioni, le emozioni e le suggestioni scaturite da esse.
La mostra, inoltre, rende omaggio all’attitudine alla libertà dell’artista, alla sua propensione per la sperimentazione e all’indipendenza.
Cosa troveremo nella mostra
Le opere in esposizioni sono tra le meno conosciute dell’artiste, perché arrivano da collezioni private italiane e francesi. Si tratta di una selezione di 80 opere, tra dipinti, tempere, acquerelli, disgni, sculture e ceramiche. Esse sono suddivise in 8 aree tematiche: litografie, manifesti, poesia, ceramiche, Derrier le Miroir, pittura, musica, Mirò e i suoi amici.
Tra le litografie troveremo opere curate da incisori come Fernand Mourlot e tavole litografiche disegnate per accompagnare le opere del poeta dadaista Tristan Tzara.
Nella sezione intitolata Mirò e i suoi amici, invece, troveremo una decina di opere di Man Ray, Picasso e Dalì, delle fotografie di Cohen e di Bertrand, e libri e documenti dei poeti Breton, Eluard, Chair e Tzara.
Alle sezioni dedicate alle opere si aggiunge una sezione di foto e video, utilizzate per raccontare la vita privata e pubblica dell’artista.
La collaborazione con la rivista Derrier le Miroir
Una delle sezioni della mostra è dedicata alla collaborazione dell’artista con la rivista francese Derrier le Miroir.
Derrier le Miroir è una rivista d’arte fondata da Aime Maeght (Galleria Maeght). Aime Maeght ha fondato nella Parigi di inizio ‘900 una delle gallerie d’arte più innovative del secolo, nonché una delle prime riviste interamente dedicate all’arte.
Mirò collaborò con la rivista, per la quale realizzò dei veri e propri capolavori di grafica. In particolare l’artista realizzò le copertine di due uscite dell’inverno del 1965: la 151 e la 152. In questi numeri l’artista ha presentato le litografie della serie “Cartons”.