Quanti di voi sorridono ancora al pensiero delle musicassette, oppure a quello dei rullini per la macchina fotografica? In fondo oggi giorno hanno un che di romantico anche oggetti come un libro, un giornale, un telefono fisso. E ancora, ve li ricordate i floppy disk? O le videocassette? In questo post ripercorreremo un viale dei ricordi chiamato Once upon a Time. Questo progetto è stato creato dall’artista Luli Kibudi e ha fatto il giro del web.
Once upon a time
Luli Kibudi ha 28 anni, è nata in Argentina, a Buenos Aires, ma trapiantata in Spagna, vive ora a Barcellona, è una graphic designer ormai con un interessante esperienza alle spalle. Ha portato avanti molti progetti tra cui uno studio per la Heineken, ha realizzato l’interessante serie di spot per Flow Cablevision intitolata Spoiler Land. Successivamente ha seguito anche la campagna pubblicitaria per Glovo. Poi è passata a questo interessante progetto in cui ha studiato come le maggiori app che utilizziamo tutti i giorni potrebbero essere trasposte in oggetti del passato. Precisamente ha ambientato il tutto negli anni ’80, periodo tecnologico, ma non troppo.
Netflix
E così nasce questo progetto, in cui l’artista reinterpreta applicazioni utilizzate in tutto il mondo: Netflix diventa una videocassetta. Negli anni novanta il simbolo delle videocassette era Blockbuster la catena presente in tutto il mondo di noleggio video che ha dichiarato fallimento nel 2013. Negli anni ottanta però, anche se non era ancora così diffusa, soprattutto oltre oceano, era il sinonimo di videocassetta. Ad oggi non c’è più nessun altro distributore fisico di video noleggio. I film si noleggiano online oppure si paga un abbonamento, sempre online, per accedere ai vastissimi cataloghi come quello di Netflix (il più famoso oggi), Chili, Disney+, Amazon Prime Video e molti altri.
Spotify
Spotify ha rivoluzionato il modo di ascoltare la musica. Ancora più di musicassette e cd, questa applicazione ci permette di ascoltare quello che vogliamo quando vogliamo. Proprio come negli anni ottanta possiamo realizzare playlist personalizzate, senza però avere il problema di ritrovarsi con canzoni a metà o rovinate dalla voce dello speaker che ci parlava sopra sul finale.
LinkedIn invece in Once upon a time diventa un giornale, uno di quelli che raccolgono gli annunci di lavoro. E in effetti pur essendo votato sempre più al social LinkedIn svolge la funzione sopratutto di incontro tra domanda e offerta di lavoro, seppur di un certo livello.
Pinterest invece è una sorta di bacheca virtuale dov’è possibile salvare quasi ogni immagine presente sul web. Qui potete creare gallerie personali, realizzare cartelle per suddividere le immagini per ispirarsi e ispirare. Si può trovare di tutto: da ricette, a abbinamenti di abbigliamento, foto, schemi e frasi celebri. Forse questa è proprio la vera rivoluzione. Perché un tempo questo lavoro si faceva a mano ritagliando pezzi di giornale, scarabocchiando sui fogli e appuntando tutto su una bacheca fisica.
Finiamo con un’applicazione che ormai tutti hanno, indispensabile per portare avanti le relazioni personali e anche lavorative: WhatsApp. Se all’inizio si era un po’ scettici ad utilizzarla, ora è impossibile non averla. I messaggi normali sembrano obsoleti. Avere la possibilità di scrivere in un eterno flusso di coscienza la elegge ad applicazione che ricrea meglio le lunghe telefonate che si facevano, proprio negli anni ’80.