Osaka si prepara già per la prossima Esposizione Universale che si terrà nel 2025. Ora è stato scelto il logo, dopo aver indetto un bando a cui hanno partecipato quasi 6000 persone. Ma scopriamo meglio cosa ci aspetta ad Osaka 2025 e com’è il nuovo logo.
Osaka 2025
Siamo a Parigi nel 2018, Osaka vince la gara contro altri 170 paesi per ospitare l’Expo mondiale 2025. Il Bureau International des Expositions (BIE) l’ha scelta grazie al tema sulla società 5.0 che parlerà di come sfruttare la robotica e l’intelligenza artificiale in favore delle persone. In particolare il titolo sarà “Designing Future Society for Our Lives” (progettare una società futuristica per le nostre vite).
L’Expo di Osaka 2025 durerà sei mesi: precisamente dal 3 maggio al 3 novembre; sarà la seconda volta che la città ospiterà l’Expo, sebbene la prima volta fosse accaduto nel 1970. La prima Esposizione Universale invece risale al 1851 e si tenne a Londra, sono organizzate tutte dalla Bureau International de Exposition e si tengono ogni cinque anni.
Il logo
Per scegliere il nuovo logo è stato indetto un bando e da novembre a dicembre dell’anno scorso a cui hanno partecipato 5984 persone con altrettante proposte. Dalle quasi sei mila proposte hanno passato la finale solo cinque loghi.
Secondo la commissione solo uno era vivo e sembrava osservare gli altri loghi, capace di divorarli in un sol boccone, e infatti è stato lui a vincere. Il logo di Osaka 2025 è una specie di agglomerato di sfere disposto ad anello, su alcune sfere ci sono degli occhi curiosi. I colori sono basici: rosso, bianco e azzurro.
Il papà di questo buffo e a tratti tenero mostriciattolo è Shimada Tamotsu e che l’ha chiamato Inochi no Kagayaki-kun (Signor Luce della Vita). Shimada ha raccontato che la forma è ispirata ai confini della città di Osaka. Quelle sfere però sarebbero una catena di DNA composta da cellule viventi per ricreare l’effetto di “Splendore della vita”.
Ma i cinque occhi sono anche un rimando al vecchio logo di Osaka 1970 creato da Takeshi Otaka, questo era un fiore di ciliegio stilizzato in cinque cerchi regolari azzurri, ciascuna ritagliata da cinque cerchi bianchi. Probabilmente Shimada ha ripreso i cinque occhi azzurri dagli “scarti” del logo di Takeshi.
Mentre l’idea delle cellule viventi prende ispirazione da La torre del sole, un’installazione alta 70 metri realizzata sempre per l’esposizione del 1970. Al suo interno era decorata con dipinti sull’evoluzione e all’esterno presentava tre facce.
Insomma pare piacciano molto le creazioni strane e particolari, che ricordano vagamente creature mostruose.
Le impressioni
Infatti se qualcuno lo definisce kimokawaii, cioè come qualcosa di carino che però ha un che di raccapricciante, molti pensano solo sia un logo strano.
I commenti sui social infatti non si risparmiano:
“Perché hanno scelto proprio QUESTO?”
“Lì c’è una roba uscita direttamente da un film horror”
“Tutto ciò che vedo è un intestino”
“Spero che piaccia alle persone… ma non mi sembra così”
Alcuni paragoni sono solo visivi e sono state postate immagini di mostri dai molti occhi, altri hanno disegnato mostri con teste rosse a sfere, altri lo hanno paragonato a una strana pianta con frutti simili a occhi rossi. C’è chi l’ha trasformato in un pane pieno di occhi, chi l’ha fatto all’uncinetto, chi ne ha realizzato un primo di spaghetti, molti sono anche i disegni che ironizzano sul passato.
Insomma quel che è certo è che se ne sta parlando e se ne parlerà ancora per molto tempo, anche se forse non piace a tutti, almeno fa parlare di sé.