Forse tutti sappiamo a grandi linee che cos’è un pattern: un disegno, una rappresentazione grafica, che si ripete, potenzialmente, all’infinito. Ma nel dettaglio, che cos’è e quando possiamo usarlo?

Pattern: definizione

Pattern è un termine inglese che possiamo tradurre letteralmente con “disposizione”. Il termine viene utilizzato per descrivere qualcosa ricorrente e ripetitiva. Non solo nel campo grafico, questo termine trova spazio in un’infinità di settori.

In ambito scientifico e tecnico, in meteorologia, informatica, biologia, zoologia, psicologia, psicometria, ingegneria, nella musica, negli scacchi, ecc.

Spesso si utilizza come sinonimo di texture. Tuttavia, vi è una leggera differenza tra i due termini.

Il pattern in natura

Il cervello viene catturato facilmente da una rappresentazione grafica ripetitiva. Possiamo pensare che ciò derivi dal fatto che il pattern prolifera nella natura. Esso nasce in natura ed è praticamente ovunque.

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Pattern in natura: la foglia

Nelle venature di un albero, nelle celle di un alveare, nel manto degli animali, nei fiori, nei gusci di molti invertebrati. In natura non troviamo il pattern solamente nelle cose visive e statiche. Esso si trova anche nella danza delle api, nelle migrazioni di molti animali, nella circolazione delle masse d’aria fredda e calda.

Il primo utilizzo

Possiamo far risalire il primo utilizzo in ambito creativo di questa ripetizione grafica all’antica Cina. Per la prima volta fu introdotto in ambito sartoriale, attraverso l’utilizzo di un timbro utilizzato sui tessuti e premuto manualmente e ripetitivamente.

Il disegno seguiva un modulo che creava lo stesso disegno, ripetuto all’infinito sulla stoffa.

Il mondo della moda ha continuato a utilizzare questo sistema per secoli, fino ad oggi. Molti brand utilizzano il proprio logo ripetuto più e più volte sui tessuti dei loro prodotti. Ma anche una semplice maglia con un disegno floreale può essere realizzata in modo semplice e veloce con l’utilizzo di un pattern.

Utilizzato per l’identità visiva

Molti brand e aziende utilizzano proprio il pattern come elemento principale della propria identità visiva. Spesso esso viene realizzato con il logo ripetuto all’infinito o con una rappresentazione grafica di una serie di elementi che ricordano il brand e che sono fondamentali per esso.

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Rappresentazione grafica ripetuta all’infinito

Esso, oltre a garantire un’identità visiva armonica, dona anche una personalità più prorompente al brand stesso.

Dove utilizzarlo

Il pattern non contiene il nome del brand, ma solo immagini e disegni o, al massimo, il logo. Ciò lo rende estremamente versatile e può essere utilizzato per brandizzare praticamente qualsiasi cosa. Può essere utilizzato sui nostri prodotti, qualsiasi essi siano. Basta vedere l’utilizzo che molti brand di moda ne hanno fatto: Gucci, Fendi, Louis Vitton, ecc.

Ma non si parla solo di moda. Possiamo brandizzare quaderni, agende e altri gadget aziendali, o qualsiasi altro tipo di prodotto. Il pattern può anche essere alternato con altre grafiche ed elementi.

Se non vogliamo inserirlo direttamente sui prodotti, possiamo utilizzarlo per personalizzare e brandizzare il packaging.

Pattern nel digitale

Oltre che sui prodotti reali possiamo utilizzarlo il pattern per brandizzare anche tutto il lato digitale del nostro brand o della nostra azienda.

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Il Pattern può essere utilizzato per brandizzare qualsiasi cosa

Possiamo sfruttarlo in diverse sezioni del sito web, come nel form di contatto o in quello di iscrizione o, ancora, nella newsletter o nel footer.

Possiamo utilizzarlo anche nei social network, come un template che arricchisce l’immagine di copertina di Facebook o le storie di Instagram, ad esempio.

Praticamente, possiamo utilizzarlo in qualsiasi elemento grafico reale o digitale, a nostra discrezione e piacimento. Cercando di non esagerare e di non venir meno al senso stesso del pattern.


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