Sarà capitato a tutti di vedere dei murales sulle facciate dei palazzi, ma Peeta va oltre. Infatti l’artista originario della provincia di Venezia crea vere e proprie illusioni ottiche sulle facciate delle case. Fa parte dell’EAD crew di Padova, dell’FX crew e dell’RWK crew, entrambe di New York, ed ha una fama ormai di livello mondiale.

Classe 1980, Manuel di Rita, in arte Peeta, inizia ad affacciarsi alla scena del writing negli anni novanta mettendo a punto uno stile unico che tocca la pittura, il design industriale e la scultura. Si specializza poi nella street art: l’artista vede questo tipo di arte come un evoluzione dei graffiti, analogamente a Banksy. L’arte dei graffiti è nata come movimento illegale, la street art però si è riuscita a fare spazio sopratutto all’interno di festival e manifestazioni ed è socialmente più accettata.

La tecnica di Peeta

La tecnica utilizzata dall’artista fonde conoscenze di design, scultura, lettering e uso di luci e ombre, questo crea un risultato molto coinvolgente con disegni in 3D. Infatti Peeta ha un percorso di studi che parte dal lettering tridimensionale tipico dei writer per poi passare a studi sulla scultura che gli hanno permesso di esplorare chiaroscuri e volumi. Ha perfezionato anche la sua tecnica studiando design e acquisendo nozioni legate sopratutto alla progettazione.

Peeta cerca di neutralizzare i preconcetti sollecitando la creazione di nuovi punti di vista, l’anamorfismo infatti incarna proprio l’intento di svelare l’ingannevolezza della percezione umana.

L’artista ha come punti di riferimento grandi pittori come Caravaggio e Canova. Ma si ispira anche ad architetti come Zaha Hadid e Lebbeus Woods, mentre i writer che lo hanno influenzato sono Boris Tallengen (ex Delta) e Daim.

Peeta street art
Un’opera di Peeta sulla parete di un palazzo di Mannheim in Germania

Ma non solo: infatti sulla facciata di una casa a Mannheim, nel sud-ovest della Germania è apparsa recentemente un’opera che sembra realizzato dal famoso pittore Maurits Cornelis Escher. Le sue scale senza fine, le architetture impossibili e tutto il mondo onirico evocato dall’artista olandese che ha conquistato il mondo dell’arte rivisitate sulla facciata di un palazzo.

L’opera di Peeta illustra delle scale a chiocciola che spuntano dall’interno dell’edificio, con un effetto ottico tridimensionale realizzato in bianco e azzurro. Creando una facciata che si scompone, come in movimento, perdendo vita.

L’opera fa parte del progetto artistico annuale Stadt.Wand.Kunst, che invita gli artisti di strada a Manheim per convertire una serie di ordinarie facciate della cittadina tedesca in vere e proprie opere d’arte.

Oltre alla street art

Peeta è anche un notevole scultore, attività che affianca da sempre la sua arte di writer. La scultura infatti gli permette una possibilità di contatto diretto con la terza dimensione. Può così osservare come riflettono la luce i diversi materiali e come rendono le varie forme realizzate su supporti differenti. L’artista è quindi in continua formazione sperimentando tecniche di scultura sempre nuovi.

Peeta scultura
Una scultura di Peeta realizzata con lastre di PVC tagliate e modellate

Le sculture vengono realizzate in PVC, resina e fibra di vetro o bronzo. Per la progettazione delle sculture in PVC l’artista parte dall’utilizzo di un programma di modellazione 3D. Sul programma è possibile avere una visione della scultura nel suo insieme, ma anche scomporla per realizzare una base bidimensionale. Successivamente si procede al taglio della lastra di PVC. Poi avviene l’assemblaggio delle varie parti e la copertura con uno strato di poliestere per rendere la superficie uniforme.

Mentre le sculture in resina e fibra di vetro sono realizzate attraverso l’assemblaggio di scocche realizzate a mano in PVC. Infine quelle realizzate in bronzo sono create utilizzando la tecnica della fusione del metallo a cera persa.


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