Comunicare se stessi è il tema del momento. In due parole personal branding (PB), ovvero identificare la propria identità personale, la propria mission, la propria identità visiva. Vediamo insieme l’importanza di conoscere il proprio brand, la propria azienda, per poter fare comunicazione in maniera reale e funzionale.
Cos’è il personal branding?
Per definizione il personal branding è l’attività con cui prima si prende consapevolezza di ciò che si è come brand, come liberi professionisti, come azienda, e poi si struttura la propria identità visiva, il proprio marchio di fabbrica.
Si tratta di gestire in maniera strategica la propria immagine professionale. In pratica ciò che gli altri percepiscono di te o della tua azienda che farà sì che tu venga scelto prima di un altro della concorrenza.
Con il personal branding si impara a fare comunicazione su se stessi e a creare engagement. Stiamo parlando di un ritorno d’interazione da parte degli utenti che vedendo ciò che sei e ciò che fai imparano ad amarti e sceglierti proprio per come comunichi loro il tuo lavoro e la tua persona. E’ un’attività che crea un legame attivo fra l’azienda e l’utente finale. E’ un processo che va coltivato e sviluppato nel tempo.
Sviluppare il proprio PB con il design
Se l’idea è quella di attrarre più opportunità congruenti rispetto a quello che sai fare meglio, oltre a lavorare su te stesso, dovresti lavorare sul design di te stesso.
Questo significa trovare un’identità d’immagine; un logo che dica a colpo d’occhio chi sei e di cosa ti occupi. Come fare? Rispondendo ad alcune semplici domande: quali sono i tuoi punti di forza? Qual è la tua mission? A chi ti rivolgi? Cosa ti rende unico e quali sono i tuoi obiettivi?
Da un punto di vista grafico, non sarà facile trovare una risposta univoca a tutte queste domande. Un consiglio è quello di utilizzare dei simboli che rappresentino le risposte e cercare di fonderli in un’unica immagine. Per farlo al meglio avrete bisogno di un designer, un esperto di grafica che riesca a leggere le vostre esigenze, i vostri simboli, e li riporti in un’unica immagine identificativa.
Il personal branding è il tuo biglietto da visita
Come abbiamo visto sinora, fare PB è un processo che vede come protagonisti diversi fattori. Il personal branding è il tuo biglietto da visita, di nome e di fatto. Mi spiego meglio. Per lasciare il segno quando comunicate voi stessi avrete bisogno di un biglietto che parli di voi, che mostri il vostro logo e come potervi contattare in qualsiasi momento.
Molto spesso basta il giusto tono di voce durante un colloquio. A volte, basta avere carisma ed essere dei buoni relatori. Altre volte serve portare con sé i rinforzi cartacei da poter lasciare ai nostri interlocutori. In questo caso vi consiglio di usare l’astuzia e di stare al passo con i tempi.
Il biglietto da visita contemporaneo
Come ogni cosa, anche il biglietto da visita è cambiato. Sto parlando di piccoli modelli cartacei che invece di riportare nome, cognome, contatti e/o orari in cui poter rintracciare il proprietario del biglietto, si limitano a mostrare il logo e un QR Code identificativo.
Nell’era degli smartphone dove tutto è digitalizzato, anche il biglietto da visita si fa smart e diventa il riassunto perfetto del lavoro di personal branding fatto dal soggetto o dall’azienda per comunicarsi a possibili acquirenti.
Parlavamo d’identità visiva. Bene, qui se ne vede l’utilità: spiegare solamente attraverso l’immagine chi siamo, incuriosendo il nostro interlocutore con un’immagine che parli di noi accompagnata da una sorta di codice segreto che, una volta scansionato con il telefonino mostra tutta la nostra storia in digitale.
In questo modo le informazioni sul brand o l’azienda saranno sempre a portata di mano di chi ne ha bisogno. Non si tratta più solo di lasciare un contatto, ma stimolare una risposta del nostro interlocutore che viene attratto dalla ricercare informazioni sempre maggiori sulla persona che ha lasciato il suo biglietto da visita.
È importante lavorare sull’immagine
Riassumendo, il PB è un processo importante che un brand, un libero professionista o un’azienda dovrebbe fare a monte, in maniera funzionale e strategica per imparare a comunicare se stesso in maniera veloce e concisa. Parte integrante del processo è la ricerca della propria identità d’immagine che sfocia nella creazione di un logo accattivante e furbo, che parli di noi in maniera semplice.
Tutto questo però rimane un processo a metà se dopo non si sviluppa una strategia comunicativa, di cui parte integrante è la creazione di un biglietto da visita. Non uno qualsiasi, ma uno più moderno, anzi contemporaneo, che attiri ed incuriosisca che lo riceve e lo invogli a fare ricerche su di noi.
Uno strumento importante nella vita di un brand o di un’azienda. Un elemento immancabile che come ogni cosa ha trovato il modo di evolversi e restare essenziale per mostrare il proprio lavoro agli altri.