I colleghi architetti possono contare da poco sull’aiuto di un assistente inaspettato: il drone architetto. Il suo compito principale è quello di raccogliere dati che possano essere trasformati in una rappresentazione tridimensionale del sito da repertoriare. 

Che si tratti di una costruzione già esistente o di un terreno difficile, il drone architetto è un ottimo strumento per fare il punto della situazione all’inizio di un progetto.

Evoluzioni aeree e “nuvole di punti”

Tra le tecniche ormai di largo uso nella fase di preparazione di un progetto architettonico, troviamo ormai da tempo la fotogrammetria aerea, cioè la mappatura di un sito attraverso la raccolta di immagini aeree

Recentemente però, è stata sviluppata una branca specifica di questa tecnica, cioè la raccolta dati attraverso lo “Scan to bim”, il metodo utilizzato dal drone architetto. Questo tecnica prevede l’utilizzo di un drone per la mappatura tridimensionale di un sito architettonico.

Il drone scannerizza le informazioni per trasformarle in BIM. Il BIM è la rappresentazione digitali di caratteristiche fisiche di un oggetto, in termini più semplici, una rappresentazione 3D

Drone architetto
Che si tratti di una costruzione già esistente o di un terreno difficile, il drone architetto è un ottimo strumento per fare il punto della situazione all’inizio di un progetto.

Risoluzione, precisione e velocità

Grazie all’utilizzo di un laser Faro 3D, la raccolta dei dati è molto precisa e permette una maggiore risoluzione rispetto alla tradizionale tecnica aerea. 

Ad ogni punto è attribuita, con precisione millimetrica, la misura della posizione in termini XYZ. Tutti questi punti insieme formano una “nuvola di punti” fotorealistica che riflette la situazione reale del sito analizzato e viene trasformata nel modello 3D.

Un altro vantaggio del drone architetto è la rapidità del rilievo. Basti pensare che per la rilevazione dei dati strutturali del castello di Chillon in Svizzera ci sono volute soltanto 4 ore!

Disponibilità dei dati ed economia

Grazie alla registrazione in digitale, tutti i dati collezionati sono sempre disponibili e facilmente trasmissibili. Ciò facilita le collaborazioni a distanza tra i componenti del team agevolando il lavoro anche in condizioni difficili. 

Lavorando con il drone architetto, si limitano di fatto anche i costi dell’utilizzo di altre apparecchiature, spesso molto care da affittare e da far riparare in caso di guasto.

Anche il risparmio di tempo, quindi dei costi di manodopera, ha un impatto positivo sul piano finanziario. Con un budget tecnico ridotto, ci si può permettere di concentrarsi su altri punti importanti per il progetto.

I dati raccolti dal Drone architetto
I dati raccolti si trasformano in una “Nuvola di punti” che scaricati sul server danno vita al modellino 3D.

Approvato dal Green Deal Europeo

Il drone architetto può essere utilizzato, come precedentemente spiegato, sia per progetti nuovi che per progetti di rinnovazione

Nell’ottica della salvaguardia dell’ambiente però, uno dei punti focali del recentemente approvato Green Deal, è il recupero di siti già esistenti contro la costruzione di nuovi. I progetti di rinnovazione hanno infatti un impatto minore sull’ambiente rispetto a progetti completamente nuovi. 

Facilitando la ricostruzione di siti esistenti, il drone architetto si dimostra anche un valido strumento nella salvaguardia dell’ambiente.  

Green Deal - Drone architetto
Uno dei punti focali del recentemente approvato Green Deal, è il recupero di siti già esistenti contro la costruzione di nuovi perché i progetti di rinnovazione avrebbero un impatto minore sull’ambiente rispetto a progetti nuovi.

Piloti provetti e architetti (umani) delle nuvole

Il metodo SCAN to BIM non è un processo completamente automatico. Dopo la raccolta, i dati di scansione sono compilati in una “nuvola di punti” precisa che darà vita al modellino. 

Se l’importazione dei dati è un processo però relativamente semplice, resta compito dell’architetto umano dare senso all’insieme e iniziare a modellare, utilizzando l’input dato dalla “nuvola di punti” come sottostrato.

Inoltre, non tutti i “piloti” sono in grado di manovrare il drone per sorvolare luoghi geograficamente complessi o siti di grandi dimensioni. Queste manovre richiedono esperienza ed abilità che possono essere acquisite attraverso esercitazioni specifiche.

Il collega drone non può quindi fare tutto da solo, ma resta un valido strumento che ci proietta verso il futuro (green) dell’architettura.


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