Lo spazio negativo, o spazio bianco, è quella parte “vuota” che circonda il soggetto principale dell’immagine, detto anche spazio positivo. Non ha contenuti, ma serve per evidenziare ancora di più lo spazio positivo, ovvero quello del soggetto stesso. Viene utilizzato in fotografia, per esempio, ma anche nella comunicazione pubblicitaria. Uno degli usi più comuni e interessanti è quello dello spazio negativo nei loghi.
Il potere dello spazio negativo nei loghi
L’utilizzo dello spazio negativo nei loghi è estremamente comune e al tempo stesso ricercato. Il primo motivo è prettamente stilistico: ultimamente va di moda sperimentare il minimalismo quindi molti designer cercano di rendere di più con “meno”. In questi casi l’utilizzo massiccio dello spazio bianco è intorno al logo, per indirizzare tutto il focus sul soggetto principale.
Il secondo motivo è quello più importante e al tempo stesso sottile, perché mette in gioco i meccanismi subliminali della nostra mente. Grazie ad uno spazio negativo possiamo inglobare un secondo soggetto principale all’interno del primo, senza aggiungere ulteriori dettagli disturbanti. In questo modo il designer può mostrare il concetto principale dell’azienda nello spazio positivo ed aggiungere dei sottolivelli nello spazio negativo.
In questi sottolivelli può mandare dei “messaggi subliminali” come per esempio la località dell’azienda, i punti di forza, o qualsiasi altro dettaglio legato alla brand identity. Il tutto senza appesantire troppo il logo.
I pro dello spazio negativo nel tuo logo
Anche se non tutti i loghi sono predisposti all’uso dello spazio bianco, stimolando la tua creatività con questa tecnica avrai dei grandi vantaggi:
- Puoi mantenere il tuo logo semplice anche se “aggiungi” altri dettagli nascosti. Combinare lo spazio negativo con un’appropriata scelta di colori ti permette di trasmettere moltissime informazioni tracciando pochissime righe. Invece di aggiungere troppe immagini, lascia che sia il cervello di chi guarda a farlo per te. E quindi…
- Coinvolgi attivamente l’utente finale. Proprio perché è il cervello di chi guarda a dover ricreare i tuoi suggerimenti, l’utente finale viene chiamato ad impegnarsi un po’ di più. I messaggi “nascosti” nelle immagini coinvolgono e divertono. Il che ci porta al punto successivo:
- Rendi il tuo design memorabile. Se l’utente finale ha posto un’attenzione maggiore sul tuo logo e ha “interagito” con questo, è molto più probabile che gli rimarrà in mente. Sicuramente lo riconoscerà tra altri e magari ne parlerà anche come “curiosità”.
Tre diversi tipi di spazio negativo nei loghi
Di spazio negativo non ce n’è solo uno, come non c’è un unico modo per usarlo. Principalmente distinguiamo tre diversi tipi di spazio negativo nei loghi: le immagini nascoste, la tipografia e la chiusura.
Nascondere un’immagine nel logo è sicuramente la tecnica più comune e divertente. All’interno di un’immagine al positivo lo spazio vuoto crea un’altra figura ben distinta ed ugualmente importante. Un esempio famosissimo è il logo del Toblerone: nell’immagine della montagna, l’assenza di neve ricrea un orso, simbolo della città natale della marca, Bern.
L’uso dello spazio bianco nella tipografia crea invece dei font molto particolari e d’impatto. Si parte dal concetto di sfruttare il vuoto tra due caratteri o tra due linee per aggiungere altre lettere o persino delle immagini. L’esempio più famoso è il logo della FedEx: avevi mai notato che tra la “E” e la “X” lo spazio bianco crea una freccia, simbolo di movimento e velocità?
La tecnica della chiusura consiste nell’usare lo spazio bianco come confine per le immagini. Combinandosi con le immagini positive, lo spazio negativo crea un’ulteriore figura che fa da parte integrante del logo. Un esempio lampante è il logo della Formula 1: lo spazio bianco chiude la lettera “F” e, insieme alle linee rosse crea il numero 1.