I colori fluo sono elettrici, brillanti, vibranti e vivi. Sembrano usciti da una pubblicità anni ’80, ma in realtà essi sono in giro da molto più tempo! Scopriamo insieme la storia di colori fluo e come possiamo utilizzarli ancora oggi.
Quali sono i colori fluo
Con il termine fluo indichiamo i colori fluorescenti, ovvero una versione modificata dei colori. Questi, infatti, non appaiono così come sono nella scala dei colori. I colori fluo sono una versione più brillante, luminosa e irriverente dei colori esistenti.
Solitamente si utilizzano i colori primari che passano dal giallo al giallo brillante, dal rosso al rosso neon, dal blu al blu elettrico. Ma si possono rendere fluorescenti anche i colori secondari, come il fucsia o diverse sfumature di verde fluorescente.
Storia dei colori fluo: la nascita
Se pensiamo ai colori fluo non possiamo non pensare ai mitici anni ’80. Tuttavia, queste sfumature eccentriche di colore sono nate molto tempo prima.
Per risalire alla loro nascita dobbiamo tornare indietro ai primi anni del ‘900. La nascita di questi colori ha una data e un luogo molto precisi: Parigi, 1910, in occasione del Motor Show.
In quell’occasione venne presentata al mondo l’invenzione dell’ingegnere Georges Claude: la lampada al neon. Il funzionamento della lampada al neon avviene attraverso la ionizzazione del gas presente all’interno di un cilindro di vetro, tramite scarica elettrica. In questo modo la lampada si accende e il colore che possiamo osservare è un giallo arancio.
Dal 1910 agli anni ’80
Con il tempo l’invenzione di Claude è stata leggermente modificata e alcune lampade fluorescenti utilizzano altri gas oltre al neon, come l’argon, lo xeno o il kripton.
La lampada fluorescente venne brevettata nel 1927, da Friedrich Meyer, Hans Spanner ed Edmund Germer. All’interno delle lampade fluorescenti vi erano i gas sopra elencati e sul vetro interno venivano applicati dei colori fluorescenti.
Quando le lampade veniva accese il gas faceva reazione con il colore sul vetro dando vita a quelli che divennero i colori fluorescenti: il blu brillante, il verde e l’arancio rosato.
Tra il 1920 e il 1950 scoppiò la neon mania. Molte insegne luminose comparirono a Parigi, ma soprattutto oltreoceano, a New York, Las Vegas e Hollywood.
Verso la fine degli anni ’50, tuttavia, iniziarono a sorgere dei dubbi sulla sicurezza delle insegne al neon, soprattutto a causa del gas che vi era al loro interno. Pian piano le insegne al neon vennero sostituite da nuove tecnologie, più sicure.
I magnifici anni ’80
Se le lampade al neon videro la loro fine, i colori fluo non passarono mai di moda. Negli anni vi sono periodi in cui questi tornano all’apice e periodi in cui rimangono sopiti, ma il loro successo può ritenersi abbastanza ciclico.
In particolar modo è negli anni ’80 che i colori fluorescenti videro il loro massimo splendore. Stiamo parlando di anni durante i quali tutto veniva portato all’eccesso al limite e i colori fluo rappresentavano benissimo le mode del momento.
Ricordiamo il videoclip Thriller di Micheal Jackson, le giacche di Prince, le grafiche di Ritorno al Futuro, ecc.
I colori fluo oggi
Ancora oggi i colori fluorescenti non vengono dimenticati e ci sono diverse occasioni durante le quali possiamo utilizzarli.
Andy Warhol disse che il neon è uno degli oggetti più importanti dell’arte moderna. Sebbene le lampade al neon sono pressoché sparite, oggi troviamo i led, che imitano molto bene i colori al neon e che vengono ampiamente utilizzati.
Nel mondo dell’arte i colori fluo vengono ancora oggi molto utilizzati: dalle opere di Ivan Navarro, al “neon più piccolo del mondo” di Fiona Banner, dalle locandine di Denis Villeneuve agli accessori sfoggiati dalle star.