Unknown Unknowns è il cuore della 23esima Esposizione Internazionale alla Triennale di Milano e ci porta a scoprire una serie di risposte a tutte quelle domande che “non sappiamo di non sapere”.
Triennale di Milano: 23esima esposizione
La Triennale di Milano è un’istituzione internazionale che si occupa di mostre, convegni ed eventi, legati al mondo dell’arte, del design, dell’architettura, del cinema, della moda, della comunicazione e di tutto ciò che interessa alla comunità internazionale.
Regolarmente, alla Triennale di Milano, ospitata all’interno del Palazzo dell’Arte, si tengono esposizioni internazionali di varia natura e tematiche.
Quella in mostra quest’anno, fino al prossimo 11 dicembre 2022, è la 23esima esposizione internazionale della Triennale.
Unknown Unknowns: la più importante delle mostre della Triennale
Alla 23esima esposizione internazionale della Triennale di Milano sono esposte diverse mostre di varia natura, le quali rimarranno aperte fino all’11 dicembre 2022.
Tra di queste il cuore dell’edizione è Unknown Unknowns, la più importante tra le mostre della triennale e la più interessante e coinvolgente.
Oltre ad essa, vi sono Mondo Reale, a cura di Hervé Chandès, La Tradizione del Nuovo, a cura di Marco Sammicheli, e l’installazione 1923: Past Future.
Unknown Unknowns: quello che non sappiamo di non sapere
Unknown unknowns è a cura dell’astrofisica e Chief Diversity Officer dell’Agenzia Spaziale Europea, Ersilia Vaudo. Si tratta dello spazio principale e più importante della Triennale.
“Il centro nevralgico della 23esima edizione, concepita come uno spazio di dibattito e confronto aperto e plurale, dove possono convergere esperienze, culture e prospettive differenti”.
Unknown Unknowns si pone come obiettivo quello di provare a rispondere alle domande che non sappiamo di non sapere. Un modo per rovesciare alcuni preconcetti e, in concreto, la nostra idea sul mondo, esplorando gli ambiti più diversi, dall’evoluzione delle città agli oceani, dall’astrofisica alla genetica. Per farlo sono stati coinvolti designer, architetti, artisti, drammaturghi e musicisti.
Tutti gli artisti di ogni diverso genere hanno dovuto confrontarsi con l’ignoto, per realizzare le oltre 100 opere e installazioni presenti alla mostra.
Cosa troveremo all’interno della mostra
La Triennale di Milano ha commissionato, appositamente per la mostra Unknown Unknowns, quattro special commision, rispettivamente a quattro artisti: l’artista giapponese Yuri Suzuki, la designer italiana Irene Stracuzzi, il collettivo di architetti americani SOM e l’artista turco-americano Refik Anadol.
Le opere realizzate dai quattro non sono le uniche presenti alla mostra. Oltre a loro troviamo le installazioni realizzate da Andrea Galvani, Tomas Saraceno, Bosco Sodi, Protey Temen, Julijonas Urbonas e Marie Velardi.
Inoltre, nella mostra sono presenti quattro Listening Chambers, degli spazi dove il visitatore puoi immergersi completamente nella voce narrante di alcune importanti personalità della comunità scientifica.
Nelle varie Listening Chambers troviamo il neuroscienziato Antonio Damasio, che affronta il tema della Coscienza di sé; il fisico teorico Carlo Rovelli, che parla del tempo; il filosofo della biologia Telmo Pievani, il quale espone una riflessione personale sull’origine della vita; la fisica teorica Lisa Randall, che riflette sul mistero su ciò che va oltre i nostri sensi.
Un mondo creato in stampa
Tutto ciò non è la sola cosa che rende speciale la mostra della Triennale di Milano, Unknown Unknowns. Gli interi spazi della mostra, infatti, sono stati realizzati con il metodo della Stampa 3D, attraverso l’uso di grandi stampanti direttamente all’interno degli spazi della Triennale.
Il tutto utilizzando solamente materiali di origine naturali e derivati da sottoprodotti dell’industria agroalimentare, per promuovere il riuso, il riciclo e la sostenibilità.