1989-2019, quest’anno si festeggiano i trent’anni dalla caduta del muro di Berlino. Nel bene e nel male, probabilmente più nel secondo, i muri sono stati una costante della civiltà umana. L’unica costruzione umana che si può vedere dallo spazio è un muro, la Grande Muraglia Cinese. I muri sono stati eretti per proteggere, per dividere, il più delle volte. Ma alla fine un muro è solo una costruzione di mattoni e cemento, come fa ad essere così importante? Come fa a rimanere in piedi sfidando ideologie e convinzioni? Come hanno fatto semplici costruzioni di cemento a far versare nel corso dei secoli così tanto sangue? Ma un muro non è per forza una costruzione fisica. Un muro può essere anche una divisione eretta nelle nostre menti. E quelli sono ancor più difficili da buttare giù. Proprio in occasione di quest’anniversario importante e proprio nella città che ha conosciuto sulla propria pelle la sofferenza di un muro, prende vita il Walking Through Walls, una mostra sui muri di oggi.
La mostra
Walking Through Walls è una mostra che prende vita al Gropius Bau di Berlino, divisa in tre settori e che porta opere di 28 artisti internazionali, passando attraverso la pittura, il disegno, la scultura, la fotografia, il film, l’installazione video e sonora, la performance.
Il tutto parte proprio dall’anniversario di uno dei muri più famosi della storia umana: il muro di Berlino. Ma il viaggio che intraprende niente ha a che vedere con i muri reali. Sebbene molti muri fisici resistano ancora, immortali, allo scorrere del tempo, e altri continuano ad essere eretti, i muri odierni sono diversi. I muri di oggi non sono fatti di mattoni e cemento, ma di pregiudizi e ostilità, di razzismo e divisione.
“Con l’ascesa della demagogia in tutto il mondo, nuovi muri sia reali che immaginari vengono eretti attraverso l’incitamento alle paure e ai pregiudizi latenti nelle persone. La mostra è, quindi, una riflessione sul momento attuale: un tentativo di catturare la situazione di divisione in tutte le sue dimensioni, e in definitiva un’affermazione della volontà umana di resistere a tutte le forme di oppressione”, spiegano Sam Bardaouil e Till Fellrath, curatori della mostra.
Le tre sezioni del Walking Through Walls
Come dicevamo la mostra è divisa in tre sezioni. La prima parte propria dal concetto di muro più semplice che esiste: il muro fisico. Il muro come parete, protezione ma anche, e soprattutto, come divisione. Ovviamente la mostra, e in particolar modo questa prima sezione, si interseca perfettamente con i festeggiamenti per il trentesimo anniversario della caduta del muro di Berlino, che nella città si sono svolti nel weekend tra il 9 e il 10 Novembre.
La seconda sezione, invece, vuole mostrare gli impatti che tali muri, non solo fisici questa volta, ma anche metaforici, hanno sulle varie comunità. È un muro d’odio quello che si erige a divisione delle città, dei paesi, delle nazioni, delle culture e delle popolazioni di tutto il mondo. Cosa fanno scaturire questi muri dentro di noi?
Infine, la terza sezione, vuole mostrare la bellezza del vedere uno di quei muri crollare. Le lotte che vengono quotidianamente intraprese affinché non esistano più separazioni, né fisiche né mentali.